A Roma si è aperto oggi il Consiglio episcopale permanente della Cei con un discorso tenuto dal cardinale Angelo Bagnasco che, prendendo spunto dall’eredità spirituale del Convegno di Firenze ne ha raccolto lo spirito sottolineandone qattro temi: l’Anno della Misericordia, pastori e cittadini, lo scrigno della famiglia, migranti e perseguitati.
Ed è proprio il tema relativo alla famiglia, associato ai prossimi appuntamenti relativi alla discussione del ddl Cirinnà al Senato e alla manifestazione di protesta del 30 gennaio contro tale disegno di legge, che ha suscitato maggiore attenzione. Di seguito sono riportati alcuni passi dal discorso di Bagnasco.
«Sul fronte vitale della famiglia si è accesa una particolare attenzione e un acceso dibattito. È bene ricordare che i Padri costituenti ci hanno consegnato un tesoro preciso, che tutti dobbiamo apprezzare e custodire come il patrimonio più caro e prezioso, coscienti che “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione” . In questo scrigno di relazioni, di generazioni e di generi, di umanesimo e di grazia, vi è una punta di diamante: i figli. Il loro vero bene deve prevalere su ogni altro, poiché sono i più deboli ed esposti: non sono mai un diritto, poiché non sono cose da produrre; hanno diritto ad ogni precedenza e rispetto, sicurezza e stabilità. Hanno bisogno di un microcosmo completo nei suoi elementi essenziali, dove respirare un preciso respiro: “I bambini hanno diritto di crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto antropologico, non ideologico”.»
«La giustizia, infatti, è vivere nella verità, riconoscendo le differenti situazioni per quello che sono, e sapendo che – come ha ribadito il Santo Padre - “quanti (…) vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa” . I credenti hanno il dovere e il diritto di partecipare al bene comune con serenità di cuore e spirito costruttivo, come ha ribadito solennemente il Concilio Vaticano II: spetta ai laici “di iscrivere la legge divina nella vita della città terrena. Assumano la propria responsabilità alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del Magistero”.»
Pertanto, chi avesse avuto ancora dei dubbi sulle posizioni della Chiesa in merito a unioni civili e stepchild adoption, le parole di Bagnasco dovrebbero essere state chiarificatrici.
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inviato da Egidio Marinozzi - 25/01/2016 - 21:00
Ormai l'atteggiamento dei preti è semplicemente irridente.
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inviato da utente non registrato - 26/01/2016 - 11:12
In Italia hanno tutti il diritto di manifestare le proprie idee, tranne quelli che hanno idee diverse da chi attribuisce tale diritto.
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inviato da Giuseppe Ballerini - 26/01/2016 - 13:59
Secondo Bagnasco i laici dovrebbero "iscrivere la legge divina nella vita della città terrena". Insomma, trasformare il catechismo in legge.
A parte l'arroganza e l'assurdità di una dichiarazione ascrivibile a sintomo di malattia mentale, la chiesa stessa non segue le sue regole e vorrebbe pure che diventassero leggi dello Stato?
Ridicolo oltre che patetico.
A parte l'arroganza e l'assurdità di una dichiarazione ascrivibile a sintomo di malattia mentale, la chiesa stessa non segue le sue regole e vorrebbe pure che diventassero leggi dello Stato?
Ridicolo oltre che patetico.
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inviato da osipensaosicrede01 - 26/01/2016 - 14:45
Cosa significa: "iscrivere la legge divina nella vita della città terrena" lo vediamo da quello che accade negli stati "teocratici", ma, a quanto pare, la lezione non basta !!!
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Ultimo Commento
inviato da utente non registrato - 26/01/2016 - 15:20
Questa str...zata ieri si erano dimenticata di dirla quando ripetevano le assurdità di quel prete rinsecchito. Buono a sapersi.