La pandemia ha avuto un fortissimo impatto anche sulle ricche economie Mediorientali. Anzi, in quei paesi lo shock economico si è avvertito in modo ancora più forte, dal momento che è andato a colpire le fondamenta su cui si basa la loro economia: il petrolio. 

E per tale motivo il mondo bancario in medio oriente si sta adeguando, avviandosi verso una profonda trasformazione.

La pandemia ha pesantemente influito sulla produzione e sulla domanda di greggio, spingendo in basso i prezzi che ad aprile scorso hanno visto alcuni future sul WTI scivolare a -37 dollari. Da allora le quotazioni si sono riprese, ma non fino a raggiungere il livello pre Covid.

Secondo Moody’s Investors Service, a causa della nuova situazione, le banche mediorientali adesso hanno iniziato a guardarsi in giro non solo per puntare su nuovi investimenti, ma anche per migliorare la propria competitività, per poter affrontare le difficoltà rappresentate dalla frenata della crescita economica.

Per questo motivo, Moody’s ritiene che "fusioni e acquisizioni rimarranno un tema ricorrente del credito nei prossimi anni", a partire dai maggiori istituti di credito in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar.