«La voce di Lampedusa e Linosa è finalmente arrivata al tavolo del Governo nazionale. A Palazzo Chigi si è svolto un incontro importante che ha messo, finalmente, il tema dei migranti e l'emergenza che stiamo vivendo a Lampedusa, al centro dell'agenda politica del governo nazionale. Era quello che chiedevamo da tempo, perché siamo di fronte ad una situazione che non può essere affrontata solo con azioni di urgenza: serve una strategia politica complessa capace di dare risposte all'emergenza, ma al tempo stesso servono provvedimenti di prospettiva, e soprattutto servono misure di sostegno concreto per Lampedusa e Linosa.Insieme con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte c'erano i ministri Luciana Lamorgese (Interni), Lorenzo Guerini (Difesa), Roberto Gualtieri (Economia) Paola De Micheli (Infrastrutture) e il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Il ministro per gli Affari esteri Luigi Di Maio è intervenuto in collegamento video. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che ha partecipato alla riunione insieme con l'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, ha di certo contribuito a porre l'attenzione sul tema che, da Lampedusa, abbiamo più volte sollevato. È fondamentale per la nostra comunità, territorio di frontiera esposto in prima linea sul versante dell'accoglienza e del rispetto dei diritti umani, poter contare sul sostegno delle istituzioni regionali: un sostegno che però deve essere accompagnato da quello del governo nazionale e della comunità europea.L'incontro che si è tenuto a Palazzo Chigi fa segnare un passo importante in questa direzione: il presidente Conte ed i membri del governo nazionale si sono impegnati ad assumere una serie di provvedimenti sul fronte dell'emergenza migranti, e misure di sostegno alla comunità di Lampedusa e Linosa che saranno all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri. Nelle oltre due ore di riunione a Roma ho avuto l'opportunità di fare arrivare chiaramente la voce dei lampedusani al tavolo del Governo nazionale, che ha mostrato interesse e profonda attenzione, assumendo decisioni importanti.Adesso attendiamo i fatti: il mio impegno sarà massimo ed incessante per far sì che gli impegni assunti vengano rispettati. Di certo il Governo nazionale ha intrapreso una direzione nuova non solo sul tema dei migranti, che è quanto mai complesso, ma anche e soprattutto nei confronti di Lampedusa e Linosa e della nostra comunità che, come ha ribadito il presidente Conte, merita rispetto e sostegno per quanto ha fatto fino ad ora e per quanto sta continuando a fare».
Queste le parole del sindaco di Lampedusa, Totò Martello, a seguito dell'incontro che ha avuto a Palazzo Chigi con il premier Conte e altri membri del Governo.
La scorsa notte, sono però arrivati a Lampedusa altri 107 migranti che si vanno ad aggiungere agli oltre mille presenti sull'isola.
Entro domani saranno però tutti trasferiti sulle navi traghetto Rhapsody e Adriatico.
In una intervista al Foglio, la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, sul tema migranti ha fatto le seguenti dichiarazioni:
«Penso che un paese civile non può mettere in contrapposizione umanità e sicurezza e ritengo che neppure in una stagione pandemica sia possibile aderire a una logica del respingimento tanto più a una frontiera marittima. L'immigrazione si governa, chi non la vuole governare e pretende di fermarla finisce per non occuparsi del problema. E le navi a cui si riferisce l'esponente politico da lei citato non servono ad attrarre migranti ma piuttosto, a risolvere un problema di sicurezza sanitaria anche a tutela dei cittadini italiani e siciliani in particolare».«I problemi si affrontano così: aumentando le energie laddove vi sono delle sofferenze, garantendo la sicurezza del paese senza mai sottrarsi al rispetto e agli obblighi dei trattati internazionali, provando a trasformare la solidarietà dell'Europa in un'opportunità da sfruttare per superare la stagione degli egoismi nazionali».Sul patto sull'immigrazione e sull'asilo che presenterà prossimamente la Commissione europea «mi aspetto molto. Auspico fortemente che si riparta dall'accordo di Malta. Mi auguro che non vi sia alcun passo indietro e, anzi, si compia un passo in avanti. La grande novità di Malta, è bene ribadirlo, consiste nel fatto che il paese che accetta la ricollocazione è chiamato poi ad occuparsi di tutta la procedura del riconoscimento della protezione internazionale e, eventualmente, qualora non ci fossero i presupposti, anche del rimpatrio. E mi aspetto, dunque, che vi sia un sistema di ricollocazione non più su base volontaria ma su base obbligatoria. So che i paesi del blocco Visegrád hanno una posizione molto diversa. Ma l'Unione europea è entrata in una stagione di grandi svolte. E mai come oggi è necessario dimostrare, a tutto campo, che la solidità del progetto europeo passa da una maggiore responsabilizzazione dei suoi partner. E le responsabilità non possono essere solo di natura economica».