La domanda che da qualche giorno si pone Nikki Haley, ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, non è illogica, al di là di come la si pensi sull'amministrazione Trump e sui suoi componenti.

Quali ulteriori sanzioni possono essere applicate alla Corea del Nord dopo che le precedenti decisioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu hanno praticamente colpito il commercio estero e gran parte delle importazioni di petrolio di Pyongyang?

Quindi, se la via pacifica non è in grado di far recedere la Corea dal lanciare missili verso il Giappone e dal minacciare di lanciarli verso gli Stati Uniti, per Nikki Haley l'unica soluzione che rimane in campo è quella militare, anche se non è quella che gli Usa, a suo dire, vorrebbero.

Per la Cina, le sanzioni imposte dall'Onu devono anche essere accompagnate da colloqui diplomatici tra Usa e Corea del Nord. In questo caso è il Segretario di Stato Rex Tillerson ad informarci che gli Usa hanno tentato anche quella strada, informando Pyongyang di essere disposti a sedersi di fronte ad un tavolo. Come risposta hanno ricevuto uilteriori lanci di missili.

Con queste premesse, sarà interessante ascoltare che cosa avrà da dire Donald Trump sulla questione Corea del Nord il prossimo martedì ai leader del mondo che saranno a New York per l'annuale Assemblea Generale dell'Onu, che quest'anno si svolge dal 19 al 25 settembre.

Dopo aver promosso lo slogan America First, Trump forse ha capito che l'autosufficienza, almeno in politica estera, non sempre può risolvere i problemi. E tanto per ribadire tale concetto al presidente Usa, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, avrà con lui un colloquio privato proprio sul tema Corea. Per Gutierres, ovviamente, la soluzione al problema può essere solo di natura politica.

Nel frattempo, Trump fa ricorso all'ironia...