Guterres vedrà Putin, il Papa non vedrà Cirillo
Il prossimo martedì, il 26 aprile, il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, si recherà a Mosca per incontrare il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e, nell'occasione, sarà ricevuto anche da Vladimir Putin... a ulteriore dimostrazione di quanto sia complicato e al tempo stesso ridicolo il protocollo imposto dalla diplomazia.
Il portavoce del segretario generale, Onu Eri Kaneko, ha precisato che Guterres avrà con Lavrov "un pranzo e un incontro di lavoro" e successivamente "sarà ricevuto" da Putin, mentre su una visita a Kiev, Kaneko ha spiegato che la sua preparazione è ancora in corso.
Visto che in molti auspicavano l'intervento diretto del segretario delle Nazioni Unite come passo importante per attuare almeno una tregua nei combattimenti, ed allargare in tal modo anche il numero e la frequenza dei corridoi umanitari, la visita di Guterres può essere incasellata tra le buone notizie, perlomeno fintanto che non ne conosceremo i risultati ottenuti.
Anche il Papa, in una intervista al quotidiano argentino La Nación pubblicata giovedì, ha ribadito di esser pronto a fare tutto ciò che sia necessario per fermare la guerra in Ucraina e arrivare il prima possibile alla pace.
A Joaquín Morales Solá, autore dell'intervista, Francesco ha detto che "il Vaticano non riposa mai. Non posso raccontarle i dettagli perché non sarebbero più sforzi diplomatici. Ma i tentativi non cesseranno mai. ...Sono andato da solo", ha raccontato Bergoglio riguardo la visita del 25 febbraio all'ambasciata russa presso la Santa Sede. "Non ho voluto che nessuno mi accompagnasse. È stata una responsabilità mia personale. È stata una decisione che ho preso in una notte di veglia pensando all'Ucraina. È chiaro per chi vuole vedere le cose così come sono che stavo indicando al governo che può porre fine alla guerra immediatamente. A essere sincero, volevo fare qualcosa perché non vi fosse una sola morte in più in Ucraina. Nemmeno una in più. E sono disposto a fare di tutto. ...Ogni guerra è anacronistica in questo mondo e a questo livello della civiltà. Perciò ho baciato pubblicamente la bandiera dell'Ucraina. È stato un gesto di solidarietà verso i suoi morti, le sue famiglie e quanti sono stati costretti a emigrare....Non posso fare nulla che metta in pericolo obiettivi superiori - commentando un suo possibile viaggio in Ucraina - che sono la fine della guerra, una tregua, o quantomeno un corridoio umanitario. A cosa servirebbe che il Papa andasse a Kiev se la guerra il giorno dopo continuasse?"
Al Papa è stato chiesto perché finora non abbia mai nominato né Putin, né la Russia. Questa la risposta:
"Un Papa non nomina mai un capo di Stato e tanto meno un Paese, che è superiore al suo capo di Stato".
Francesco ha rivelato anche che non ci sarà, per il momento, un nuovo incontro con il patriarca russo Cirillo:
"Mi dispiace che il Vaticano abbia dovuto annullare un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme. Ma la nostra diplomazia ha ritenuto che un incontro tra noi in questo momento potesse portare molta confusione. Io ho sempre promosso il dialogo interreligioso. Quando ero arcivescovo di Buenos Aires ho riunito in un fruttuoso dialogo cristiani, ebrei e musulmani. È stata una delle iniziative di cui vado più orgoglioso. È la stessa politica che promuovo in Vaticano. Come mi avrà sentito dire molte volte, per me l'accordo è superiore al conflitto".
Conferma in tal senso è giunta anche dal patriarcato russo, tramite le parole del metropolita Hilarion: "Gli eventi degli ultimi due mesi hanno reso necessari adeguamenti ai piani e il rinvio dell'incontro. Troppi problemi sorgerebbero ora durante i suoi preparativi. Aspetteremo un momento migliore per questo evento".
La volontà di dialogo, sempre e comunque, di Bergoglio, che aveva più volte parlato dell'aggressione della Russia definendola ripugnante, folle, bestiale, barbara, sacrilega, crudele, insensata, ingiusta e selvaggia, per il Vaticano e probabilmente per il patriarcato di Mosca, evidentemente, non poteva essere conciliabile - diplomaticamente e mediaticamente - con le dichiarazioni di Cirillo, con le quali il patriarca russo ha giustificato l'invasione dell'Ucraina sposando le motivazioni di Putin a cui ha aggiunto un presunto progetto dell'Occidente di umiliare la Russia tramite il gay pride.
Crediti immagine: www.kremlin.ru