Riccardo Maestrelli è un imprenditore fiorentino che ha legami molto stretti con Matteo Renzi. Maestrelli, per farla breve, controlla l'area della Mercafir, il mercato che gestisce la distribuzione all'ingrosso di frutta e verdura per Firenze e zone limitrofe. Inoltre, a Forte dei Marmi è proprietario dell'albergo Villa Roma Imperiale, quello dove nel 2014 Renzi e famiglia hanno trascorso le vacanze estive. Tanta è l'amicizia con Matteo che Maestrellli è stato uno dei più importanti finanziatori della Fondazione Open, quella che negli ultimi giorni è salita agli onori della cronaca.

Un sostegno, quello di Maestrelli, che Renzi ha "ripagato" nominandolo, quando era presidente del Consiglio, consigliere di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti.

Perché quello di Maestrelli è diventato il nome di giornata? Perché l'Espresso ha pubblicato un'anticipazione della sua inchiesta, in edicola domenica, secondo cui Riccardo Maestrelli, tramite sua madre, Anna Piccioni, avrebbe prestato 700mila euro a Matteo Renzi per acquistare la villa di Firenze dove adesso abita, costata 1,3 milioni di euro.

Stando a quanto riporta l'Espresso "la compravendita nasconde più di un'ombra. Anomalie che emergono da alcuni documenti dell’inchiesta della procura di Firenze sulla renzianissima fondazione Open, informative della Gdf e l’analisi dei flussi finanziari di alcuni conti correnti segnalati alla Uif (l’ufficio antiriciclaggio della Banca d’Italia) dalla banca Cassa di risparmio di Firenze. Matteo e Agnese infatti hanno comprato la grande villa anche con i denari girati a loro dalla famiglia Maestrelli, ricchi imprenditori toscani amici e finanziatori della fondazione Open di Renzi".

Contattato dall'Espresso, che gli ha chiesto dettagli sull'operazione e se e quando avesse restituito il prestito, Renzi ha risposto così: «Vi risulta il prestito e non vi risulta la restituzione? Non confermo e non smentisco nulla». Poi ha aggiunto : «Andremo in causa!»

Probabilmente, però, subito dopo Matteo Renzi deve averci ripensato e allora ha preparato una lunga replica, senza dimenticarsi di condirla con un bel po' di vittimismo, diffusa sul suo account social:

«Quello che sta accadendo in queste ore è molto interessante. Ho parlato in conferenza stampa non per attaccare la magistratura ma per difendere la politica. Ho posto una legittima domanda: i magistrati hanno il potere di trasformare le fondazioni in partiti?La risposta è stata la casuale diffusione di una velina su una mia vicenda privata. Coincidenze, si capisce. Se ci pensate bene, corre un brivido lungo la schiena. Io sono un personaggio pubblico e posso rispondere. Ma vi sembra normale una cosa del genere? Che poteri ha un normale cittadino quando subisce una intrusione nella sua sfera personale così forte?Intanto sporgo denuncia penale per sapere chi ha diffuso questa notizia: sono certo che la procura di Firenze sarà tempestiva nell’indagare sui colpevoli.Quanto alla vicenda di casa mia: non c’entra niente con la fondazione. Ma non ho problemi ad essere trasparente su tutti i fatti miei. Io sono un libro aperto: male non fare, paura non avere.Ho comprato casa a Firenze per 1.300.000 euro e ho venduto la mia casa di Pontassieve per 830.000 euro. Prima che si perfezionasse la vendita - in attesa di avere la disponibilità finanziaria - ho chiesto un prestito nel giugno 2018 a una conoscente, prestito che ho prontamente restituito nel novembre dello stesso anno. Un prestito personale, con sottoscrizione di una scrittura privata: una cosa del tutto legittima e ineccepibile. Prestito restituito in meno di cinque mesi. Ovviamente tutto tracciato con bonifico. Ho poi acceso un mutuo di 1.000.000 di euro che sto pagando con la mia indennità parlamentare. Per completare le informazioni: grazie ai proventi personali regolarmente registrati ho dichiarato 830.000 euro nel 2018 e dichiarerò oltre 1.000.000 euro nel 2019. Nel 2019 ho pagato per adesso circa mezzo milione di euro di tasse. Questo per rispondere a chi dice che vivo di politica.Mi stupisce che davanti a una mia legittima domanda politica la reazione sia far trapelare una notizia che non avrebbe dovuto essere pubblica. Ma io non ho niente da nascondere. E soprattutto non ho paura di niente e di nessuno.Ora che ho chiarito tutti i miei dati economici personali, che NIENTE hanno a che vedere con la Fondazione Open, posso ripetere la domanda: chi decide in Italia che cosa è un partito e cosa no? Vi rendete conto che c’è una invasione di campo oppure no? Chi fonda i partiti: i politici o i magistrati?»

Naturalmente, nei prossimi giorni non mancheranno nuovi sviluppi sulla Fondazione Open e su questo nuovo filone, inevitabilmente collegato.

 

Ps. La precedente immagine inserita  a commento era erroneamente riferita al Riccardo Maestrelli di cui si parla nell'articolo.