Salvini contro Draghi in nome del buonsenso, del ritorno alla vita, del lavoro, delle libertà
Il "sensato", almeno a suo dire, Matteo Salvini a Skytg24 ha dichiarato che "essere alleati leali significa dire, al premier come a un amico, quando secondo noi sbaglia. Insistere con coprifuoco, chiusure e divieti - quando i dati sanitari sono in netto miglioramento da giorni - non ha senso: il prossimo decreto a cui stiamo lavorando dovrà prevedere, nel nome del buonsenso, il ritorno alla vita, al lavoro, alle libertà. Fidiamoci degli italiani!"
Il buon senso di Salvini, lo dicono le cronache, è assecondare ciò che la pancia della gente chiede o ciò che, a prima vista, sembrerebbe essere logico... ma, è bene sottolinearlo, a prima vista!
Infatti, in base alla sua dichiarazione precedente, "il ritorno alla vita, al lavoro, alle libertà", come da lui dichiarato, è un assurdo logico in sé motivandolo con il fatto che "i dati sanitari sono in netto miglioramento da giorni".
Poiché finora in Italia è stato vaccinato poco più di un quinto della popolazione vaccinabile, di cui neppure la metà con la seconda dose, e poiché di tali persone una parte è costituita da anziani oltre gli 80 anni, delle libertà che Salvini pretende usufruirebbero in gran parte persone non vaccinate che, inevitabilmente, contribuiranno a far riprendere la diffusione del contagio da Covid, sia da protagoniste che da vittime.
I dati sanitari "in netto miglioramento" sono stati ottenuti limitando i contatti tra le persone. Le riaperture del 26 aprile, sicuramente, faranno riprendere la crescita del contagio di cui avremo le prime evidenze intorno al 10 maggio.
La speranza del governo è che per quella data sia perlomeno iniziata la vaccinazione delle persone che statisticamente sono più vulnerabili, quelle fino ai 60 anni di età. Ma non è affatto probabile... anzi!
E per tale motivo, allargare ulteriormente le maglie delle misure di contenimento, significa solo aumentare i numeri del contagio. E quel diversamente avveduto senatore e segretario della Lega di lui stesso premier non lo ha ancora capito... dopo più di un anno!
Persino in Gran Bretagna, Johnson ha detto che le riaperture aumenteranno il rischio di contagi e per questo ha spiegato la necessità che avvengano in maniera graduale, nonostante in quel Paese la campagna vaccinale sia molto più avanti rispetto all'Italia e al resto d'Europa.
Ma a Salvini tutto questo non interessa, perché l'importante è cavalcare la protesta, sicuramente legittima, di chi ha necessità di riaprire per poter riprendere a guadagnare. Appoggiare soluzioni di mezzo, come quelle adottate dal Governo, per lui non è sufficiente perché non fanno aumentare i voti... meglio quelle che fanno aumentare i contagi e i morti. E in quel caso, quando accadrà, Salvini lo troveremo stavolta ad urlare che è necessario chiudere, perché la salute, viene prima di ogni altra cosa.
A fargli da spalla, oltre ai soliti media, il presidente della Conferenza delle Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga, che stamattina ha dichiarato che con l'ultimo decreto anti-Covid si è incrinata la leale collaborazione Stato-Regioni dopo che in Consiglio dei ministri sarebbe stato cambiato un accordo sulla scuola siglato tra istituzioni.
I punti di contrasto? Il coprifuoco alle 22 e il metodo scelto per le riaperture delle scuole e dei ristoranti.
Governo Draghi già a rischio? La Lega se tentasse di far cadere Draghi riuscirebbe solo a spaccare il centrodestra, non avendo i numeri per sfiduciarlo. Inoltre, a breve si entrerà nel semestre bianco e non ci sarebbe neppure la possibilità per andare al voto anticipato. Quindi, Salvini mette in pratica la solita carnevalata di cui è stato protagonista nel governo con i 5 Stelle, facendo praticamente opposizione a se stesso, nella convinzione che gli sprovveduti che gli danno credito non se ne accorgano.