Neli ultimi aggiornamenti social del turbo ministro Luigi Di Maio si parla, nell'ordine, di "bye bye alle pensioni d'oro", di "manovra del popolo", "di "Fornero"...

Quelli dell'ubiquo ministro Matteo Salvini, invece, ci informano invece  della sua quotidiana battaglia contro i migranti.

Giuseppe Conte è in ritardo... ma si sa che Conte non conta... e poi è già a New York per partecipare alla 73.a Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Il tignoso ministro Toninelli, invece, esulta per aver raggiunto oggi un importantissimo traguardo per la sicurezza dei nostri figli e nipoti. Il Parlamento ha infatti tramutato in legge uno degli obiettivi del suo mandato: rendere obbligatoria l’installazione sui seggiolini auto di un sistema anti abbandono. Toninelli è molto orgoglioso. Quando partirà l'obbligo? Tra circa un anno, dall'estate 2019!


Ma qualcuno di questi ministri ha fatto sapere ai genovesi qualcosa del decreto che da 10 giorni attende di entrare in vigore per poter dare il via alla ricostruzione del ponte Morandi? No.

In compenso ci ha pensato il Mef che, perfidamente, rispondendo ad un quotidiano online che ipotizzava che il decreto venisse bloccato al ministero da "funzionari dell'opposizione" ha dichiarato - come riportato da alcune agenzie di stampa - che "la Ragioneria Generale dello Stato non ha bloccato il decreto, ma lo sta sbloccando.

E’ opportuno precisare – proseguono le stesse fonti – che il provvedimento è giunto alla RGS senza alcuna indicazione degli oneri e delle relative coperture.

I tecnici della RGS stanno lavorando attivamente per valutare le quantificazioni dei costi e individuare le possibili coperture da sottoporre alle amministrazioni proponenti.

Soltanto così il decreto può essere bollinato e trasmesso al Quirinale per la promulgazione".


Dopo aver appreso la notizia, questa la reazione del presidente della regione Liguria, Giovanni Toti:

"Stupiscono e preoccupano le voci di un ulteriore stop al Decreto Genova, fermo, a quanto pare, alla Ragioneria dello Stato, ancor prima di arrivare al vaglio della Presidenza della Repubblica dove, secondo gli annunci, sarebbe dovuto arrivare già da alcuni giorni.

Inoltre, stupisce e preoccupa il susseguirsi di voci che modificherebbero sostanzialmente l’impronta e i contenuti del provvedimento così come concordato nella riunione di martedì scorso a palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio Conte e i suoi collaboratori: la cancellazione dei fondi relativi al Terzo Valico, uniti al blocco del MIT dei fondi già stanzianti, i finanziamenti per il porto e quelli a sostegno delle imprese.

Tutti punti che risultano via via modificati e mai in modo positivo per la città e per la Regione. Resta, evidentemente, e non solo per le istituzioni locali, interamente aperto il nodo della ricostruzione sia per quanto riguarda le sue modalità sia per le coperture previste e, soprattutto, per i tempi. A tutto questo, è direttamente connesso il nodo dei risarcimenti alle molte persone danneggiate da questo tragico evento, a partire dagli sfollati per finire con le imprese.

Di fronte a questa confusione forse sarebbe opportuno abbandonare percorsi velleitari e avventurosi per ritornare sulla via maestra, prevista dalla normativa vigente e più volte suggerita dalle istituzioni locali, per ridare, nel più breve tempo possibile, questa indispensabile infrastruttura alla città di Genova e all'intero sistema del Nord-Ovest.

Mi chiedo, dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, dopo tanti ritardi e tante voci, se non sia più opportuno il ritiro del Decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche."


Dopo qualche ora, arriva la smentita della presidenza del Consiglio con la dichiarazione che gli interventi sono stati finanziati.

Nelle prossime ore, probabilmente per mercoledì, arriverà la cosiddetta "bollinatura" ed il decreto potrà essere finalmente trasmesso al Quirinale.