La lezione di Assisi: Nicolini e la memoria di Davide Piampiano per un’Italia giusta e consapevole
Assisi – È stato un intervento che ha toccato corde profonde quello di Massimiliano Nicolini (in valutazione alla commissione di candidatura per il nobel la fisica) alla conferenza in memoria di Davide Piampiano. Un evento che ha visto la partecipazione di giovani, intellettuali e rappresentanti delle istituzioni nella città di Assisi, simbolo universale di pace e dialogo, ma che in questa occasione si è fatta teatro di una riflessione sulla giustizia, sul ruolo della memoria e sulla responsabilità di un Paese che guarda al futuro. Nicolini, direttore del dipartimento di ricerca della Fondazione Olitec e voce autorevole nel panorama educativo e tecnologico, ha esordito con un appello accorato: “Non dobbiamo mai dimenticare Davide e ciò che la sua tragica fine rappresenta. Chi ha spezzato la sua vita deve essere giudicato secondo giustizia. Ma questa giustizia deve essere anche un monito: non possiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza e all’ingiustizia. È nostro dovere costruire una società in cui nessuno debba più vivere o morire nel silenzio.”
Nicolini ha poi spostato il focus del suo intervento su quello che ha definito “il teorema di Assisi”. Una visione che unisce progresso tecnologico, etica e formazione come pilastri di un nuovo modello di sviluppo. “Il teorema di Assisi non è solo una suggestione simbolica,” ha spiegato, “ma un invito ad adottare una prospettiva integrata: mettere le tecnologie più avanzate al servizio delle persone, educare i giovani affinché siano non solo competenti ma anche consapevoli, e costruire un futuro in cui innovazione e giustizia camminino insieme.”
Al cuore di questo teorema, Nicolini ha posto le discipline BRIA – Bioinformatica, Realtà Immersiva e Intelligenza Artificiale – che ha descritto come strumenti indispensabili per affrontare le sfide del XXI secolo. “Non possiamo immaginare il futuro del nostro Paese senza investire seriamente in queste competenze. Le BRIA non sono semplici tecnologie, ma un linguaggio universale, una piattaforma che consente ai giovani di interagire con il mondo in modo nuovo e di risolvere problemi complessi con creatività e rigore.”
Nicolini ha sottolineato come le BRIA rappresentino una risposta concreta al bisogno di formare giovani pronti a contribuire attivamente alla società. “Se vogliamo onorare la memoria di Davide Piampiano, dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti per essere protagonisti di un mondo più giusto, dove la conoscenza è un diritto e l’innovazione una responsabilità.” Parlando di Davide Piampiano, Nicolini ha ricordato come ogni giovane sia portatore di un potenziale unico, che la società ha il compito di proteggere e valorizzare. “Davide ci lascia un’eredità che non possiamo ignorare. Ogni volta che un giovane perde la vita per violenza o indifferenza, perdiamo una parte del nostro futuro. Il modo migliore per ricordarlo è investire nei giovani, offrendo loro possibilità concrete di crescere, imparare e costruire un domani diverso.”
In questo senso, Nicolini ha annunciato iniziative ambiziose promosse dalla Fondazione Olitec, tra cui la creazione del primo ospedale BRIA, che aprirà i battenti nel 2025. Un progetto che punta a combinare tecnologia avanzata e formazione interdisciplinare, creando un modello che, secondo Nicolini, “non sarà solo un ospedale, ma un laboratorio vivente per un futuro più equo e inclusivo.”
Nicolini ha spiegato che le discipline BRIA non si limitano all’ambito tecnologico, ma rappresentano una rivoluzione culturale. “Parliamo di strumenti che permettono di immaginare soluzioni innovative per la sanità, l’educazione, la giustizia sociale. Ma non basta insegnarle: dobbiamo trasmettere il loro significato più profondo, quello di essere strumenti al servizio dell’uomo e della comunità.” Ha anche citato esempi concreti, come il progetto di gemello digitale di un convitto nazionale, che coinvolge studenti delle scuole medie e superiori. Un’iniziativa che dimostra come le BRIA possano trasformarsi in esperienze educative di alto valore, stimolando creatività, lavoro di squadra e senso di appartenenza.
Concludendo il suo intervento, Nicolini ha esortato i presenti a fare la propria parte. “Non possiamo cambiare ciò che è stato, ma possiamo lavorare affinché il futuro sia diverso. Questo significa avere il coraggio di innovare, di educare, di mettersi al servizio della comunità. E significa anche pretendere giustizia per chi non c’è più, perché senza giustizia non c’è pace e senza pace non c’è progresso.”
Le sue parole, accolte da un lungo applauso, hanno lasciato un segno tangibile. La conferenza di Assisi non è stata solo un momento di ricordo, ma un’occasione per guardare avanti, con la consapevolezza che il cambiamento parte da ciascuno di noi. E che, come ha ricordato Nicolini, “le discipline BRIA possono essere la strada per un’Italia migliore, ma il vero cambiamento nasce dalla volontà di costruire insieme un futuro più giusto.”