E’ dedicato “a tutti coloro che amano sognare” l’opera di Erika Mara Vergano dal titolo “Il maialino Pucci-Pucci”, pubblicata nella collana “Gli Emersi - Narrativa” dell’Aletti editore. La protagonista è Sendy, una ragazzina dotata di fervida fantasia che un giorno trova un maialino di peluche abbandonato in uno scatolone sotto la pioggia e decide di tenerlo con sé. Da quel momento, grazie ai poteri del maialino rosa, la fanciulla si troverà a vivere magiche avventure sospese tra il mondo fantastico e quello reale. «Difficile credere che in un libro di storie per bambini - scrive, nella Prefazione, l’autrice piemontese ma che vive ad Abbiategrasso (Milano) - dove il protagonista è un maialino e, per di più, neanche “vero”, ma giocattolo, un peluche, si ritrovi un pezzo di vita dello scrittore. Eppure…Eppure Pucci-Pucci è qui, nella camera della mia fanciullezza, tra i miei pupazzi».
Nella scrittura della Vergano - docente di matematica e fisica - realtà e fantasia si fondono. Guardando quel maialino rosa, ricevuto in regalo durante una visita all’Acquario di Genova, l’autrice ha iniziato a immaginare le sue avventure, divenute poi un libricino per bambini. I racconti partono da un nucleo reale, poi, entra in gioco l’elemento fantastico e la conclusione è il ritorno alla vita reale che, però, risulta ogni volta arricchita dall’avventura vissuta.
Attraverso la protagonista, in lei sopravvive la parte più fanciullesca e sognatrice del suo animo, quello che riesce ad andare oltre le apparenze. «Sendy ora è cresciuta, ma, se mi concentro, la vedo, fanciulla, davanti a me. E sento ancora perfettamente tutto ciò che sentiva lei. Aver cura di sé, dei propri pensieri e della propria anima è necessario per non essere schiacciati. A volte, la vita riserva sfide impreviste ed impensabili e anche se si riesce a superarle, ci si deve dare tempo per rinascere. La mia cura è nell’ammirare i fiorellini azzurri che si trovano nei prati (e che mi ricordano la mia infanzia), nel portare a passeggio con mio marito la nostra bassottina Lella, nell’ascoltare lo scorrere dell’acqua del Naviglio e il rumore delle cascatelle».
E’ un libro scritto con cura e semplicità, non solo perché rivolto ai più piccoli, che - secondo la Vergano - è necessario avviare alla lettura sin dalla tenera età, ma anche per trasmettere in maniera chiara e diretta i sentimenti più puri dei protagonisti. «Sarei felice se il lettore potesse riscoprire, anche solo per un’ora, anche solo per il tempo che serve, quella magia che caratterizza la fanciullezza ed usarla quando la vita si fa dura per davvero».