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Carne coltivata: Mattarella promulga una legge inapplicabile che dovrà poi conformarsi alle decisioni di Bruxelles

"Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato in data odierna [1 dicembre 2023, ndr] il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”.

Il Governo ha trasmesso il provvedimento accompagnandolo con una lettera con cui si è data notizia dell'avvenuta notifica del disegno di legge alla Commissione europea e con l'impegno a conformarsi a eventuali osservazioni che dovessero essere formulate dalla Commissione nell'ambito della procedura di notifica".

Questa è la nota del Quirinale diffusa questo venerdì sul disegno di legge relativo alla cosiddetta carne coltivata.

È una firma, però, su un provvedimento sub judice che rimanda l'applicabilità della legge alla Commissione europea che sulla carne coltivata non si è ancora espressa.

Una legge, come dice il comunicato del Quirinale che comunque si adeguerà a quanto la Commissione europea dirà al riguardo della carne coltivata... tema su cui non si è ancora espressa perché deve attendere il parere di EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che  ha sede a Parma.

E allora? Salvo chiarimenti da parte del ministro interessato, il cognato d'Italia Francesco Lollobrigida, nominato nel ruolo di ministro dell'Agricoltura per fare gli interessi di Coldiretti, parrebbe che Mattarella abbia firmato una legge che al momento non sembra possa essere applicata.

Di certo non vieta la produzione e la vendita di ciò che non esiste ancora, cioè la carne coltivata, ma, probabilmente, gli istituti di ricerca che in Italia erano  impegnati nello studio dei cibi da agricoltura cellulare adesso dovrebbero poter proseguire il proprio lavoro... come hanno fatto finora.

Autore Sandro Alioto
Categoria Politica
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