Non sono un grandissimo estimatore del quotidiano La Repubblica, ma questo editoriale del suo direttore, Mario Calabresi, mi sembra cogliere davvero il segno dei tempi.

La politica ha da sempre cercato di condizionare la stampa e, spesso, ci è riuscita.

Tuttavia, il tentativo di condizionarla era, paradossalmente, un segno di rispetto per la sua forza e la sua importanza.

I nuovi potenti o aspiranti tali Trump e Grillo hanno fatto un salto di qualità.

Hanno fatto passare, presso i propri sostenitori, il concetto che l'unica verità è quella che proviene dalla loro fonte informatica e tutto il resto è da buttare al cesso, perché prodotto dalla stampa asservita all'establishment.

Siamo arrivati al ridicolo: Trump ed il suo staff che inventano di sana pianta avvenimenti e che, di fronte alle proteste, li chiamano "fatti alternativi".

Grillo che rigetta con aria sprezzante ogni spiegazione sulla vicenda Raggi ed elenca 43 "fatti" che diventano incontestabili e verità ufficiale.

Ora, è vero che la stampa ha mostrato verso il M5S e la Raggi un accanimento anomalo, bisognerebbe però chiedersi: non potrebbe dire altrettanto l'ex sindaco Marino?

Non tutta la stampa è corrotta e non tutti i "rivoluzionari" lo sono davvero.

La chiave è sempre leggere molto e farsi una propria opinione.