Anche oggi, sempre a causa dell'influenza, papa Francesco, pur migliorato, non ha potuto leggere la catechesi e gli appelli dopo la preghiera dell'Angelus, lasciando ancora una volta il compito a Mons. Braida.
Queste le parole del Papa dopo la preghiera:
"In Israele e Palestina la situazione è grave. Addolora che la tregua sia stata rotta: ciò significa morte, distruzione, miseria. Molti ostaggi sono stati liberati, ma tanti sono ancora a Gaza. Pensiamo a loro, alle loro famiglie che avevano visto una luce, una speranza di riabbracciare i loro cari. A Gaza c’è tanta sofferenza; mancano i beni di prima necessità. Auspico che tutti coloro che sono coinvolti possano raggiungere al più presto un nuovo accordo per il cessate-il-fuoco e trovare soluzioni diverse rispetto alle armi, provando a percorrere vie coraggiose di pace.Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime dell’attentato avvenuto questa mattina nelle Filippine, dove una bomba è esplosa durante la Messa. Sono vicino alle famiglie, al popolo di Mindanao che già tanto ha sofferto.Anche se a distanza, seguo con grande attenzione i lavori della COP 28 a Dubai. Sono vicino. Rinnovo il mio appello perché ai cambiamenti climatici si risponda con cambiamenti politici concreti: usciamo dalle strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi, schemi del passato, e abbracciamo una visione comune, impegnandoci tutti e ora, senza rimandare, per una necessaria conversione ecologica globale.Oggi è la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Accogliere e includere chi vive questa condizione aiuta tutta la società a diventare più umana. Nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle scuole, nel lavoro, nello sport: impariamo a valorizzare ogni persona con le sue qualità e capacità, e non escludiamo nessuno. ..."
Il Papa non può denunciare il genocidio in atto da parte dello Stato ebraico, che sta combattendo una guerra per sterminare e cacciare dalla propria terra oltre 2 milioni di palestinesi, perché i sionisti italiani lo accuserebbero di voler giustificare i crimini commessi da Hamas il 7 ottobre. Ma la cosa più grave è che i sionisti abbiano il coraggio di dirlo.
Ma è anche altrettanto grave non accusare Israele per quanto sta facendo: degli oltre 15.500 palestinesi assassinati da Israele, quasi la metà sono bambini.