Palazzo Chigi cancella dalla legge di bilancio 50 milioni destinati alla salute di Taranto
Qualche giorno fa in prima serata, la coppia di giro Renzi Lorenzin magnificava le meraviglie della nuova Costituzione, affermando che anche la salute degli italiani ne avrebbe beneficiato. I malati di cancro avrebbero avuto le stesse cure in ogni parte d'Italia, i diabetici... pure. E tutto questo dimenticando che l'attuale Costituzione già oggi garantisce tali diritti.
Ma le dichiarazioni dei due ministri disturbano ancora di più in rapporto alla nuova figuraccia fatta dal Governo. Come si sa, nelle manovre finanziarie di fine anno, che oggi si chiamino leggi di stabilità o di bilancio poco importa, da sempre tutti inseriscono di tutto, in particolar modo con la finalità di crearsi a livello locale dei bacini di voto che sono sempre merce utile di scambio nelle logiche dei partiti.
Stavolta, però, nella legge di bilancio, invece di aggiungere, è stato tolto. E quello che è stato tolto ha un che di clamoroso.
Il sottosegretario De Vincenti, con il placet della ministra della Salute Lorenzin, aveva assicurato una deroga per finanziare l'assunzione di medici, l'acquisto di attrezzature sanitarie e le riconversioni ospedaliere per la città di Taranto a causa dei gravissimi problemi di salute causati dagli impianti dell'Ilva.
Nel testo licenziato dalla Commissione Bilancio e che inizierà il percorso in Aula tale deroga non è presente, con stupore dello stesso presidente di Commissione, il deputato del PD Boccia. I soldi non ci sono più. E secondo lo stesso Boccia, come riportato in un virgolettato del Corriere, l'ordine per togliere la copertura è arrivato proprio da Palazzo Chigi!
Come ha commentato la notizia il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano? In questo modo:
«Tutta la Puglia deve mobilitarsi al fianco dei tarantini per pretendere dal Governo ciò che loro spetta. Da anni la città subisce un inquinamento di Stato che ha spaventosamente aumentato ogni sorta di malattie. Occorre curare i malati e disinnescare la fonte di inquinamento. Due cose che passano entrambe, purtroppo, da decisioni del Governo centrale e non dall'autogoverno dei pugliesi.»
Emiliano rilascia poi un ulteriore nota approvando la decisione del segretario provinciale del PD tarantino che ha dichiarato di sospendere la campagna referendaria per il SÌ.
«Comprendo e condivido l'appello del segretario provinciale del PD tarantino Costanzo Carrieri che ha dichiarato di sospendere la campagna referendaria per il SÌ dopo aver preso coscienza della reali intenzioni del Governo.
So che questi compagni di partito che hanno preso questa posizione stanno mettendo a repentaglio i loro ruoli politici. Ma credo che stiano guadagnando la riconoscenza di tutti gli italiani onesti ed in particolare dei pugliesi e dei tarantini. Per questo li ringrazio.
Da oggi mi sento meno solo nella difesa dei miei concittadini e della loro Costituzione.»
E adesso che accadrà? Al 99.99%, poiché la notizia è diventata di dominio pubblico, miracolosamente, la deroga che prima era scomparsa, magicamente, riapparirà con le scuse di rito e con la dichiarazione che il mancato inserimento è stato frutto di un refuso, di un disguido o di una fase lunare contraria.
Naturalmente, nessuno avrà il coraggio di dire che si è trattato di un messaggio in perfetto stile mafioso alla città di Taranto, perché il presidente della regione Emiliano, oltre ad essere schierato per il No al referendum costituzionale, proprio oggi a Roma ha presentato il progetto per decarbonizzare l'Ilva, per renderla compatibile con la salute umana. Progetto che il Governo non vede di buon occhio.
Con il nuovo testo costituzionale, l'iniziativa della regione Puglia sarebbe stata solo un sogno.