Giovedì sera, durante il consiglio comunale della città di Santa Maria Capua Vetere, il bilancio previsionale non contemplava piani di recupero strutturale dell'Arco di Adriano e della manutenzione ordinaria dell'Anfiteatro Campano.
E' una grossa occasione persa di rilancio turistico ed economico perché nella provincia di Caserta, si può dire, si è fatta la storia d'italia. Basti pensare alla rivolta di Saprtaco, alla città di Teano del famoso "obbedisco" garibaldino, alla città di Capua con tutti i suoi monumenti, al borgo medievale di Caserta Vecchia e di Caiazzo.
Con grosso rammarico ho potuto assistere alla non contemplazione del recupero dell'Arco Adriano eppure, lo stesso, presenta lesioni, mattoncini che girano su se stessi ed alcuni cadono addirittura staccandosi dalla loro posizione originaria.
Prevedendo il recupero e manuntenzione delle strutture simbolo della città di Santa Maria Capua Vetere si sarebbe potuto intavolare, insieme al Comune di Caserta di Capua di Caiazzo e tutti gli altri che hanno grossi valori di natura storico - culturale, un piano turistico interprovinciale in modo da rilanciare tutta la provincia in maniera economico - culturale. Invece no.
Si è permesso che a Caserta si andasse in dissesto finanziario, si è permesso che Capua avesse i luoghi di interesse turistico chiusi nei giorni 25 e 26 aprile ed ora a Santa Maria Capua Vetere non si prevede il recupero dell'Arco di Adriano e la manutenzione almeno ordinaria dell'Anfiteatro Campano seppur lì l'arena sia transennata perchè pericolante.
Verrebbe da chiedere all'amministrazione di Santa Maria Capua Vetere, così come a quelle dei comuni di tutta la provincia di Caserta, capoluogo compreso, se vogliono rilanciare il territorio oppure vogliono che muoia.
Abbiamo perso una grande occasione ma, se si vuole, siamo ancora in tempo.