Il giudice Pablo Llarena, cui spettava la decisione di spiccare un nuovo mandato di arresto valido per l'Europa contro Carles Puigdemont su richiesta della Procura Generale, ha deciso di negarlo giustificandone i motivi con la possibilità che avrebbe anche potuto consentire a Puigdemont di escogitare delle giustificazioni procedurali per la presentazione della propria candidatura alla guida del nuovo Governo catalano, pur riaffermandone l'inammissibilità.

Ma la questione della candidatura dell'ex presidente rifugiatosi in Belgio rimane, e a cercare di risolverla, almeno sul piano politico, tenterà il neo presidente del Parlamento catalano Roger Torrent che, dopo aver annunciato ufficialmente che sarà Carles Puigdemont su cui l'assemblea sarà chiamata a votare, ha detto di aver proposto un incontro a Rajoy per sbloccare la situazione che vede otto deputati eletti che non possono esercitare le proprie funzioni parlamentari perché in carcere o perché costretti a rifugiarsi all'estero.

Torrent ha aggiunto di voler incontare, oltre al premier spagnolo, anche tutti e otto i deputati eletti andandoli a trovare in carcere ed in Belgio.

L'incontro con Rajoy è fondamentale per trovare una via d'uscita alla situazione di stallo che rischia di crearsi in Catalogna. Il premier spagnolo aveva erroneamente creduto che il risultato elettorale sarebbe stato diverso dall'attuale, con gli indipendentisti emarginati da un voto che avrebbe dovuto sancire invece la vittoria dei "sovranisti". Così non è stato, tanto che in Parlamento si è ripristinata la maggioranza precedente.

Se una soluzione politica non venisse trovata, si arriverebbe ad uno scontro sulla candidatura e sull'elezione di Puigdemont - il governo spagnolo ha più volte ribadito la non validità di qualsiasi elezione di un candidato che non giuri in aula sulla sua investitura - che finirebbe per causare la ripetizione del voto e l'apertura di nuovi strascichi giudiziari legati alle misure dell'articolo 155 che non verrebbero ritirate da Madrid.