La Nasa ha deciso nuovamente di rimandare il lancio della prima missione Artemis. Stavolta la decisione non è dovuta a problemi tecnici, bensì meteorologici. Infatti, sulle coste della Florida sta per arrivare Ian, un uragano in questo momento catalogato come di categoria 2, che è stato definito potenzialmente pericoloso dal governatore dello Stato, Ron DeSantis.
In compenso, però, l'Agenzia spaziale americana può comunque gioire.
Infatti, poche ore fa, il Double Asteroid Redirection Test (DART), la prima missione al mondo di difesa planetaria, ha avuto successo con la sonda inviata nello spazio 10 mesi fa che ha impattato Dimorphos, l'asteroide scelto per modificarne la rotta, in una simulazione che ha dimostrato che tale strategia in futuro potrà difendere la Terra da questo tipo di minaccia.
Il controllo della missione presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) di Laurel, nel Maryland, ha annunciato l'impatto alle 19:14 EDT.
DART aveva come obiettivo l'asteroide lunare Dimorphos, un piccolo corpo di appena 160 metri di diametro che orbitava attorno ad un asteroide più grande, con un diametro di circa 780 metri, chiamato Didymos. Nessuno dei due asteroidi rappresentava o rappresenta una minaccia per la Terra.
La missione ha confermato che la NASA può guidare una sonda spaziale per indirizzarla intenzionalmente e con successo contro un asteroide per deviarne la rotta, utilizzando una tecnica nota come impatto cinetico.
Adesso, tramite l'osservazione con telescopi terrestri, i ricercatori dovranno verificare di quanto la missione DART abbia alterato l'orbita di Dimorphos attorno a Didymos. I ricercatori si aspettano che l'impatto riduca il tempo di rivoluzione di Dimorphos di circa l'1%.
"Il successo di DART fornisce un supporto significativo agli strumenti attualmente a nostra disposizione per proteggere la Terra dal possibile impatto di un asteroide", ha dichiarato Lindley Johnson, responsabile Nasa per la difesa planetaria. "Questo dimostra che non siamo più passivi nel poter prevenire questo tipo di calamità naturale. Inoltre, stiamo migliorando le attività di ricerca della restante popolazione di asteroidi potenzialmente pericolosi".
Crediti immagine: NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben (illustrazione)