Con un verdetto opportuno, emanato dalla magistratura etnea, che accordava lo sfratto agli inquilini illegali dell’appartamento in via D’Amico, restituendolo a Giuliano Castorina, presidente del Comitato “Ridateci casa nostra!”, pareva essere tornata la serenità nella sua famiglia; tuttavia una nuova sconcertante vicenda lo ha dirottato di nuovo in tribunale: è stato infatti accusato in sede penale per diffamazione dagli abusivi sfrattati.

Tutto sembra derivare dal mancato pagamento dell’affitto e delle rate del mutuo “Resto al Sud” a lui intestato.

Catania - Nuovo colpo per Giuliano Castorina

All’epoca c’erano anche arretrati di bollette elettriche e telefoniche dovute da loro. “Da tre mesi vado al lavoro in autobus. – ha chiosato CastorinaL’epoca di Stalin e Hitler è finita ed i reati di calunnia e diffamazione in quel tempo non esistevano. Per me si tratta ancora una volta del tentativo di apparire innocenti e coprire le loro malefatte.

Queste persone non sono mai state condannate per un furto o un danno? Hanno preso tutto: quadri e certificati a mio nome nonché rivenduto mobili. Questa ferocia e questo odio sono qualcosa, che nemmeno i miei genitori sono riusciti a spiegare, quando stavano per morire. Non ho la possibilità di un’assistenza legale gratuita per il mio certificato ISEE ancora in elaborazione, oltre agli impicci per il trasloco, il lavoro ed i danni da riparare dopo la sentenza.

Queste persone ci hanno letteralmente sventrato e lasciato con tanti danni alla struttura, quali le cassette delle lettere, i citofoni, persino le antenne TV rotte e stanno ancora cercando di metterci nei guai.  Si deve ritenere che ci abbiano rovinato avendo posto me e la mia compagna in uno stato di nervosismo familiare.

Era chiaro che uno scandalo del genere sarebbe stato stressante per me, che sono un organizzatore di serate e conosco molte persone e inoltre per chi mi sta vicino”.

Testimoniare casi, come quello di Castorina, non è un illecito; ma è un atto dovuto verso la società, per mettere in guardia le persone oneste affinché cotali circostanze non debbano verificarsi con l’assiduità, con cui accadono ai giorni nostri.