Adolfo Urso classe 1957 padovano di nascita, ma siciliano purosangue di origine, ha nel suo DNA quello di non farsi spaventare dalle imprese difficili. Lo ha dimostrato più volte, nella sua lunghissima carriera politica, prima come uomo di punta di An, poi come dirigente di Fratelli d’Italia fino all’ingresso in un ministero di peso nel governo Meloni. Giornalista professionista Comincia la sua carriera di giornalista al foglio giovanile "Controcorrente" ad Acireale, poi passa al Secolo d'Italia.
Nel 1991-1992 è vicedirettore del quotidiano Roma e nel 1993-1994 caporedattore de L'Italia settimanale. Direttore dal 1994 della rivista Charta Minuta, Urso è stato promotore della fondazione Osservatorio parlamentare e nel 2007 ha costituito la Fondazione Farefuturo, della quale è stato segretario generale e poi (dal febbraio 2011) presidente. La sua esperienza politica comincia agli inizi degli anni ottanta, nella Direzione nazionale del Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI) guidata da Gianfranco Fini. Alla fine degli anni ottanta è uno dei leader della componente interna del MSI, "Proposta Italia", guidata da Domenico Mennitti.
È stato tra i principali promotori della nascita di Alleanza Nazionale, di cui ha assunto l'incarico di coordinatore nazionale del comitato promotore dal novembre 1993. E presidente della fondazione fare futuro, un vero e proprio think tank del centrodestra italiano, molto ascoltato anche a Washington, dove Urso ha ottimi contatti ai massimi livelli. E’ sempre stato considerato un moderato e abile diplomatico e non a caso è stato uno dei promotori della svolta di Fiuggi. Giorgia Meloni al di là delle dicerie si fida di lui e della sua esperienza ciecamente e non è un caso che gli abbia affidato senza remore uno dei ministeri più spinosi.
L’ex ministero dello sviluppo economico rinominato del made in Italy e delle imprese doveva affrontare una situazione economica esplosiva, con i prezzi dell’energia alle stelle, e almeno una ventina di vertenze aziendali complicatissime, a cominciare dall’Ilva di Taranto. Ma il fatto che sia persone mite e gentile, non deve ingannare, perché le sue polemiche prima con Ryanair per il caro volo di questa estate e poi con l’ad di Stallanti Si, resteranno certamente scolpite nella memoria di questa legislatura. In particolare quando ha incontrato Tavares di Stellantis al ministero, gli avrebbe regalato una copia della Costituzione italiana con evidenziati gli articoli 1 e 41.
L’articolo 1 ricorda che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Mentre l’articolo 41 sottolinea che in Italia l’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. Sara stato questo beau geste, sta di fatto che dopo le minacce del ceo del gruppo italo francese, di licenziamenti senza aiuti ( ancora) di Stato sull'elettrico, ha fatto retromarcia ribadendo l’impegno dell'azienda per produrre più veicoli nel nostro paese.
Ma Urso il terribile non è stato certo con le mani in mano, e come promesso ha sondato il terreno per avere un secondo produttore di auto in Italia e si parla in questi giorni con sempre maggiore insistenza della cinese Chery, che è il secondo produttore cinese dopo Byd nella mobilità elettrica. Ma è sempre stato anche in prima linea per i chip e la scorsa settimana è arrivato l’annuncio dell’arrivo in Italia di Silicon Box, produttore di chip di Singapore, che investirà 3,2 miliardi nel nostro paese. Insomma il ministero di Urso, malgrado qualche critica del tutto pretestuosa sulla sua presunta smania di rilasciare dichiarazioni ed interviste, rimane comunque uno dei ministri più apprezzati e certamente il suo impegno sul fronte industriale sta ottenendo risultati senza dubbio apprezzabili. Chi lo conosce lo definisce lavoratore instancabile, testardo meticoloso, ambizioso almeno quanto il suo acutissimo intelletto.
Negli ultimi mesi qualcuno ha parlato di lui come un possibile candidato commissario a Bruxelles, ma lui ha sempre smentito. Ma è difficile che la premier dopo il laborioso lavoro portato avanti in questi diciotto mesi ad un ministero così delicato, se ne possa privare tanto facilmente. Si vedrà intanto lui ha già messo nel mirino come prossimi obiettivi l'intelligenza artificiale, di cui se ne è parlato a Trento tra i ministri dell’industria del G7, in cui Urso ha fatto gli onori di casa, e di idrogeno e nucleare di terza generazione, per potere diventare finalmente indipendenti dal punto di vista energetico. C’è da stare tranquilli che probabilmente anche qui avremmo delle interessanti sorprese da qui ai prossimi mesi.