L’intelligenza artificiale, nell’ambito della “drug discovery”, è al momento incentrata nella progettazione di molecole “de novo” (ossia di nuova sintesi o per individuare molecole complesse a partire da molecole semplici) il che rappresenta la prima fase del processo di scoperta di nuovi farmaci.

Il passaggio necessario successivo è verificare se siano in grado di legarsi ad un target ben definito per poi verificarne l'affinità di legame e altre proprietà. La domanda più ostica è però: il composto reggerà allo “scale-up” e, soprattutto, produrrà lo stesso effetto “in vivo” (farmacocinetica)?

Personalmente resto dell’opinione che in termini di scoperta di nuovi farmaci, qualità e sicurezza siano più importanti di velocità e costi, per cui il presupposto da cui partire dovrebbe essere quello di promuovere sforzi collaborativi interdisciplinari sia in ambito accademico che industriale, dove l’uomo resta l’elemento imprescindibile.

Non a caso un  famoso proverbio africano recita: “se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme”.