Ilva Taranto: problema complesso e per troppo tempo non risolto
Conoscevo già le problematiche di Taranto in quanto nel 2014 quando richiesi i dati di esenzione ticket rilasciati dall'Asl negli ultimi 6 anni, sembrò subito evidente che qualcosa non andava.
All'epoca ero alla prima ricerca di un metodo che potesse in Italia consentire "di vedere immediatamente se esistevano delle aree con criticità ambientale che provocavano o potevano provocare danni alla salute". Non parliamo solo di cancro ma "anche di cancro".
Da quella prima esperienza su quasi tutta Italia ne sono derivarono informazioni e idee, tra l'altro protocollai una relazione anche al ministero della Salute, retto dalla Lorenzin, che inviò il tutto ai dipartimenti interessati.
Da quel primo tentativo per me risultò evidente o per lo meno altamente sospetto che in luoghi che non avevo mai visto e conosciuto come la Basilicata, Augusta, Sarroch, Tdf , Taranto, Trieste, Terni .... esistevano alcune patologie che sembravano sospette o più presenti rispetto ad altri luoghi Italiani.
All'epoca richiedevamo solo dati informatici, ordinati in un certo modo e riguardanti 14 patologie diverse , divise per sesso età e comune di residenza (ovviamente anonimi ).
Il progetto era quello ambizioso di tentare di creare un sistema, un semaforo, immediato che potesse farci accendere una spia su una determinata zona.
Un sistema che come pensavo potesse essere duttile, malleabile, perfezionabile e integrato con dati di altra natura. Un primo esperimento lo feci in Campania e Sicilia richiedendo l'elenco delle malattie rare, delle malformazioni e delle varie esenzioni per ciechi totali, parziali e invalidità. Ne venne fuori un enorme data base che controllavamo.
Era anche chiaro che in alcune regioni i sistemi delle asl di informatizzazioni erano centralizzati e perfetti. In realtà si potevano acquisire dati in base al tipo di richiesta. Altre Asl invece avevano grossi problemi per elaborare e inviarci questi dati.
Comunque, da queste prime esperienze maturai l'idea e la convinzione che dove esistevano criticità ambientali, bisognava andare a capire cosa stesse accadendo negli stessi ammalati di alcune patologie, iniziare a dosare gli inquinanti nelle matrici biologiche dei sani e ammalati e negli stessi tessuti patologici.
Oggi a pochi anni di distanza sembra che nel mondo molti altri ricercatori hanno avuto la stessa intuizione e gli studi , all'epoca ritenuti "strani" si stanno moltiplicando.