Esteri

Crisi dell'auto o crisi economica?

Il mercato dell'automobile è in crisi, almeno in Europa. Questa è l'unica cosa che si possa affermare con assoluta certezza.

Se poi si cerca di capire quali siano le ragioni della crisi allora nascono i problemi. I tedeschi, e non solo loro, hanno smesso di comprare le auto, creando problemi di sovraproduzione. In Germania, i proprietari di casa devono pagare un'imposta che è cresciuta di sette volte rispetto al passato, con l'inflazione che incide sul carrello della spesa tanto da aver fatto diventare beni di lusso ciò che una volta erano i prodotti alimentari che si consumavano abitualmente. E si sta parlando di un Paese dove gli stipendi non sono rimasti al palo come in Italia da almeno vent'anni.

In casi simili, si può parlare di crisi dell'auto? Forse è più corretto parlare di crisi economica, dove il settore automobilistico è stato il primo a risentirne gli effetti.

In Italia siamo in una situazione analoga, salvo che è mascherata dalla propaganda dell'informazione che pretende di far credere che gli italiani vivano nel Paese di Bengodi grazie a Meloni, di cui, dopo due anni, nessuno conosce quale sia la politica di sviluppo industriale da lei promossa.

Così, l'automobile è diventata la foglia di fico su cui convogliare le uniche criticità del nostro Paese, attribuendone la responsabilità alle scelte aziendali di Stellantis e a quelle passate dell'Unione europea per l'attuazione della Green Economy.

Ma è proprio così? 

Auto e green economy, per ovvie ragioni, devono camminare a braccetto e, probabilmente, le norme per la transizione ecologica imposte dall'Ue sono state troppo draconiane e/o poco valutate - in relazione alle possibili conseguenze - sotto diversi punti di vista. 

Le aziende automobilistiche, da parte loro, hanno deciso che nel settore dell'elettrico era obbligo puntare guardando ad una fascia di mercato ristretta. Il risultato? le macchine ibride o a batteria, salvo poche eccezioni, hanno prezzi a partire intorno ai 30mila euro… e non si sta parlando di macchine di lusso. Quindi, considerando che costi e tempi di ricarica sono più convenienti solo in determinate condizioni, perché le auto elettriche avrebbero dovuto essere acquistate da tutti?

E le politiche dell'Ue per indirizzare il mercato favorendo e incentivando produzione e acquisti per una fascia di utenti che fosse la più ampia possibile quali sono state? Boh!

In compenso, adesso, i produttori di automobili inizieranno a fare quello che sanno fare meglio, oltre ad ottimizzare i ricavi da trasformare in dividendi: licenziare. In Germania sono molto pragmatici e onesti e VolksWagen, a tal riguardo, ha messo le carte sul tavolo. Stellantis, invece, vestirà i panni dell'omino di burro di Pinocchio e smantellerà ulteriormente i risicati stabilimenti ancora presenti in Italia ricevendo, alla fine, i complimenti di gran parte della classe politica.

Un'ultima cosa. Ma se quella attuale è una crisi economica e non una crisi dell'auto, non è forse che la causa sia da imputarsi al fatto che l'Europa abbia voluto giocare alla guerra senza averne valutato quelle che sarebbero state le conseguenze? Al di là di dover supportare o meno l'Ucraina, l'Ue ha pensato solo che si potesse danneggiare la Russia, ma non ha riflettuto ed agito per evitare che le conseguenze del conflitto non danneggiassero anche i Paesi membri.

E chi ha creato questo caos non solo è tornato nuovamente a governare, ma adesso lo fa anche con il supporto dei nazionalisti che di questo caos sono anch'essi responsabili.

Autore Marzio Bimbi
Categoria Esteri
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