Il vaccino previene anche le rotture politiche... a destra
«Non vaccino mia figlia, perché il vaccino non è una religione, ma una medicina, quindi valuto i rapporto rischi-beneficio.Le possibilità che un ragazzo muoia di Covid sono le stesse che uno muoia colpito da un fulmine, cioè lo 0,06%. Questo è un vaccino in sperimentazione, che finisce nel 2023».
Queste le sentenze di Giorgia Meloni sulla decisione di far vaccinare o meno la figlia espresse nel corso di un'intervista con il direttore de La Stampa, Massimo Giannini.
A stretto giro, la nota politica promotrice del conservatorismo più repubblichino che repubblicano è stata sbugiardata da Roberto Burioni, che le ha fatto presente, in relazione alle possibilità che un ragazzo muoia di COVID sono pari a quelle che muoia colpito da un fulmine, il seguente dato:
Anni 2020-2021:
- Morti per fulmine negli USA: 28 (di tutte le età)
- Morti per COVID negli USA: 900 (sotto i 18 anni)
A Burioni aveva fatto poi eco Nino Cartabellotta (fondazione Gimbe) che ha dichiarato:
"Onorevole Meloni, lei è libera di non vaccinare sua figlia, non di fare disinformazione pubblica sui vaccini. Grazie".
Intervistato sull'argomento alla trasmissione "The Breakfast Club" di Radio Capital, anche l'altro leader del sovranismo, Matteo Salvini, ha detto che non farà vaccinare sua figlia di 9 anni, evitando però di addentrarsi in motivazioni pseudo scientifiche come la sua collega, precisando però che questa sia una decisione che spetti ai singoli genitori.
È il primo passo verso un ritorno alla comunanza d'intenti all'interno delle forze che in Italia rappresentano l'estremismo di destra.
È stato sufficiente il vaccino per prevenire la definitiva rottura... e poi sostengono che non non sempre sia utile.