Nell'ambito dell'inchiesta Consip, la Procura di Roma ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari Gaspare Sturzo di prolungare le indagini per altri 6 mesi per 12 persone coinvolte nell'inchiesta.
Tra i nomi di spicco vi sono quelli del ministro dello Sport Luca Lotti e del padre del segretario del Pd, Tiziano Renzi. Nomi che non potranno non venire a galla durante la prossima campagna elettorale.
La lista completa per cui Pignatone, Palazzi e Ielo hanno chiesto maggior tempo per chiudere le indagini comprende il generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia, il comandante dei Carabinieri Tullio del Sette, l’imprenditore Alfredo Romeo, il factotum di Tiziano Renzi Carlo Russo, Italo Bocchino, l’ex ad di Consip Domenico Casalino, il dirigente Consip Francesco Licci, l’ad di Grandi Stazioni Silvio Gizzi, il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni e l’ex presidente di Consip Luigi Ferrara.
La richiesta della Procura, ovviamente motivata da ragioni tecniche per verificare con la dovuta attenzione tutte le carte dei vari filoni dell'indagine, ha una duplice lettura anche da parte di chi vede in questo allungamento dei tempi delle ragioni "politiche".
Quindi, da una parte le forze di Governo interpretano la scelta come un favore alle opposizioni per usare l'allungamento dei tempi delle indagini come prova della consistenza dell'esistenza di eventuali reati in relazione alla tribolatissima vicenda Consip.
Dall'altra, le opposizioni interpretano la richiesta della Procura come una palla deviata in angolo per evitare di arrivare alle conclusioni in piena campagna elettorale con richieste di rinvio a giudizio che avrebbero potuto essere clamorose e imbarazzanti per il Partito Democratico di Matteo Renzi.
Quel che è sicuro è che prima o poi, quando questa inchiesta verrà conclusa ed i risultati saranno resi pubblici, le polemiche non mancheranno, sia in caso di richieste di rinvio a giudizio che di archiviazione.