L'industria dei fossili, responsabile del riscaldamento globale ha ormai  capito che un movimento di idee ecologiste ed ambientaliste è supportato da scienziati autorevoli e da molti enti internazionali. 

Queste lobby hanno iniziato, grazie a molti esponenti dei mass media a fare una spietata campagna contro chi difende l'ambiente. Molti sono i giornalisti, anche italiani, che negano i dati scientifici, liquidando il cambiamento climatico come bufala. 

Quali sono le ragioni del negazionismo climatico?

Al Sud Italia si sono toccati i 45 gradi. A Siracusa 48,8°, record europeo. Nella Death Valley americana, il termometro ha toccato i 54,4 gradi. Eppure, il negazionismo climatico dilaga ed è diventato un tema diffuso.

Come si giustifica il negazionismo climatico? Molti giornalisti fanno un'assidua campagna mediatica contro chi deturpa le opere d’arte, contro chi crea allarmismo senza senso, contro chi fa scelte green, perché la vita comoda con tutti i confort è più bella, perché rinunciare? In fondo si tratta di bufale. 

Nicola Porro e Maurizio Belpietro sono alcuni tra i giornalisti che attraverso articoli e trasmissioni televisive bollano la crisi climatica come enorme bufala. E lo fanno attaccando i ragazzi che protestano, quelli che fermano il traffico. I titoli dei giornali e delle trasmissioni la dicono lunga: Follia green. Il cambiamento climatico non è colpa dell'uomo, c'è sempre stato. Vogliono sbattere in galera chi nega il cambiamento climatico. 

Ormai sono anni che gli scienziati mettono in guardia dai rischi della crisi climatica, con dati alla mano. Se ciò che dicono (frutto di studio) non corrisponde al 100% alla verità, ma fosse vero solo all’80%, al 60% o al 50%, la domanda resta: che senso ha negare la crisi climatica? Per quale ragione farlo con tanto accanimento, liquidandola come una bufala? Chi condivide le idee negazioniste fa spesso riferimento a una teoria della cospirazione del riscaldamento globale. Tale pensiero sostiene che la scienza dietro il cambiamento climatico è stata inventata per ragioni ideologiche o finanziarie ed è, quindi, una bufala.