Il procuratore generale degli Stati Uniti entro settembre accuserà Google di aver violato le norme antitrust
Nelle prossime settimane il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti accuserà Google di aver violato le norme antitrust.
Un'azione legale, quella promossa dal procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr, che dovrebbe essere supportata anche dalle singole procure generali di tutti e 50 gli Stati americani.
Un caso legale di portata enorme che, secondo il Nyt che anticipa la notizia, nasconderebbe però anche più di qualche dubbio all'interno della stessa squadra che lo sta incardinando.
Dal punto di vista tecnico nessuno nega che ci siano le condizioni per agire contro Google per aver violato le norme sulla concorrenza, ma in molti sembrano perplessi in relazione alla decisione di Barr - che ha comunque seguito il caso da vicino - di voler tirare le file dell'inchiesta entro il mese di settembre.
Secondo alcune persone che stanno svolgendo l'inchiesta, la data scelta non consentirebbe di blindare il caso perché è talmente complesso che sarebbero necessari molti più approfondimenti e molto più tempo per sistemare tutti i tasselli delle questioni sul piatto.
Ma Barr non vuole sentire ragioni: il caso deve essere chiuso entro settembre.
Quali siano i motivi che hanno spinto Barr a tale decisione non è possibile saperlo, anche se secondo alcuni andrebbero ricercate nella politica e nell'imminente appuntamento per le presidenziali del prossimo novembre.
Il rapporto tra Google e Trump è ai minimi termini, con il presidente che accusa il motore di ricerca di mostrare per primi i risultati che lo metterebbero in cattiva luce, inoltre, portare in giudizio Google, che anche per i democratici agirebbe in violazione delle norme antitrust, sarebbe un'occasione per utilizzare i risultati dell'inchiesta anche in chiave elettorale, sebbene ciò possa renderla più debole e pertanto meno inattaccabile.
In base a quanto riporta il Nyt, Brianna Herlihy, una portavoce del Dipartimento di Giustizia, ha rifiutato di commentare le indagini in corso, mentre Jose Castaneda, un portavoce di Google, ha affermato che la società "continuerà a impegnarsi nell'assecondare le indagini" e che le pratiche commerciali fin qui messe in atto hanno ottemperato alle norme antitrust tuttora in vigore.