Prima che entrino in carica i nuovi eletti, con la maggioranza della Camera dei Rappresentanti che dal prossimo gennaio sarà a guida repubblicana, la commissione di quel ramo del Congresso Usa che ha indagato sui fatti del 6 gennaio 2021, lunedì ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di rinviare a giudizio Donald Trump per quattro reati federali, tra cui ostruzione e insurrezione, per il ruolo da lui avuto nell'assalto al Campidoglio.

La richiesta formale, senza precedenti, fa seguito ad un'inchiesta avviata alcuni mesi fa in cui sono stati interrogati un migliaio di testimoni e raccolti centinaia di migliaia di documenti.

È la prima volta nella storia degli Stati Uniti che il Congresso chiede che venga avviato un procedimento di natura penale nei confronti di un ex presidente, anche se va ricordato che il Dipartimento di Giustizia non è obbligato a dar seguito alla richiesta.

Comunque, qualunque sarà la decisione, appare improbabile che questa non venga poi commentata ufficialmente. E qualunque sarà, inevitabilmente finirà per scontentare chi è contro Trump e chi invece lo supporta.

Sia il portavoce del Dipartimento di Giustizia che quello di Donald Trump non hanno rilasciato commenti, mentre Jamie Raskin, un membro della commissione che condotto l'inchiesta, ha dichiarato che "un'insurrezione è una ribellione contro l'autorità degli Stati Uniti. È un reato federale grave, collegato al dettato della Costituzione".

Nella stessa occasione, la commissione ha fatto sapere di aver deferito al comitato etico della Camera anche quattro membri del partito repubblicano: Kevin McCarthy, Scott Perry, Jim Jordan e Andy Biggs. Improbabile, però, che i repubblicani, che assumeranno il controllo dell'Aula il 3 gennaio, possano poi dar seguito ad un procedimento.