Contenuto inviato dall’Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato Stefano CALABRO’, attualmente in forza presso il Commissariato di P.S. “CENTRO”.
In merito alla nota e gravissima vicenda professionale e personale che mi ha colpito, mi trovo attualmente costretto, sempre più spinto dalla voglia di ottenere verità e giustizia, ad attuare una massiccia divulgazione ai media, non solo locali ma anche nazionali, ivi comprese Redazioni online e Social Network; in questo modo forse riuscirò ad ottenere quelle risposte che mi sono sempre state negate, in primis dal Questore di Genova e dal suo Vicario, poi dal Dipartimento Centrale, nonché dal mio ex Sindacato SIAP prima, del quale facevo parte in qualità di Dirigente Sindacale per la D.I.G.O.S. che, dopo aver “intascato” un misero riconoscimento in fase processuale presso il Tribunale del Lavoro, mi ha letteralmente “venduto” con false promesse all’Amministrazione senza un minimo di tutela e SILP-CGIL dopo, il quale ha tenuto il medesimo atteggiamento nei miei confronti, il tutto sempre per scendere a compromessi con l’Amministrazione per ovvi interessi prevalentemente personali!
Anni di vani tentativi attuati con relazioni e copiose documentazioni inoltrate e depositate, allo scopo di essere ascoltato e far luce riguardo gravissimi fatti (illeciti amministrativi, penali e mobbing) avvenuti all’interno della D.I.G.O.S. di Genova, a cominciare dal mese di Agosto 2015, nella fattispecie ad opera del Dirigente, di un Funzionario addetto, di un Sostituto Commissario, di un Sottufficiale e alcuni loro sottoposti, in relazione all’accertato “pericolo amianto” presso il cantiere per i lavori del Terzo Valico dei Giovi sito nella località di Cravasco (Comune di Campomorone), dove l’ordine di servizio impartito costante e giornaliero, per le pattuglie “Delta 77”, salvo interventi urgenti, era quello di monitorarlo costantemente sia all’esterno che all’interno, allo scopo di ostacolare eventuali sabotaggi o atti criminosi da parte del movimento NoTav e, soprattutto prendere contatti con i vari responsabili (Ingegneri, Geometri, ecc…) ed effettuare documentazioni video/fotografiche per conoscere al meglio l’avanzamento e lo stato dei lavori, come si evince dalle numerose documentazioni allegate all’Informativa a tutt’oggi al vaglio della Procura della Repubblica di Genova, con tanto di allegati file foto/video e registrazioni telefoniche/ambientali effettuate dal sottoscritto.
Tutto questo perché, da onesto Poliziotto e Sindacalista ho cercato di salvaguardare al massimo l’incolumità per la salute di tutti i lavoratori lì presenti, poliziotti e non, ma anche della cittadinanza che vive nelle vicinanze del sito.
Metterò in campo, con tutte le mie forze, ciò che mi sarà possibile, allo scopo di fare emergere quella triste verità e giustizia fin’ora vergognosamente insabbiata dai vertici della Questura di Genova e dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Dopo 26 anni di servizio prestati con il massimo impegno e la massima passione, come si evince dal mio curriculum impeccabile, questi sono i risultati causati da “alcuni” appartenenti al Corpo ma “protetti” da chissà chi e soprattutto per quali motivi… lascio immaginare. Resta pertanto la speranza che il lavoro della Magistratura faccia il suo giusto iter e che possa presto far luce su questa triste vicenda.