"In the late hours of Saturday, a Frontex plane monitoring the Italian search and rescue area as part of joint operation Themis spotted a boat heading towards the Italian coast. One person was visible on the deck. The boat was sailing by itself and there were no signs of distress. However, the thermal cameras on board of the Frontex airplane detected a significant thermal response from the open hatches at the bow and other signs that there might be people below the deck. This raised the suspicion of Frontex surveillance experts.As always in such cases, we have immediately informed the International Coordination Centre of the Themis operation and other relevant Italian authorities about the sighting, providing the boat’s location, infrared pictures, course and speed.Please note that it is always the competent national authorities that classify an event as a search and rescue".

Così, un comunicato di Frontex, del 1 marzo, ricordava alle autorità italiane quanto accaduto nelle ore antecedenti la strage di migranti avvenuta di fronte alla spiaggia di Steccato di Cutro.

Nel suo resoconto odierno, alla Camera e al Senato, il ministro dell'Interno Piantedosi ha dichiarato che  

"il Centro situazioni di Varsavia dell'Agenzia Frontex comunica all'International coordination centre di Pratica di Mare e, per conoscenza, al Centro di coordinamento italiano dei soccorsi marittimi, nonché al Centro nazionale di coordinamento l'avvistamento, avvenuto alle 22,26 da parte dell'aereo Frontex Eagle 1, impegnato in un'attività di sorveglianza nello Jonio, di una imbarcazione in buono stato di galleggiabilità, con una persona visibile sopra coperta in acque internazionali, a circa 40 miglia nautiche dalle coste calabresi.Frontex segnalava che l'unità navigava con rotta 296 a velocità di sei nodi. L'assetto aereo, oltre ad aver captato una chiamata satellitare diretta in Turchia ed evidenziato boccaporti aperti in corrispondenza della prua, segnalava una risposta termica dei sensori di bordo e quindi la possibile presenza di persone sottocoperta.Fatta la segnalazione, l'aereo Frontex faceva rientro alla base per l'esigenza di rifornirsi di carburante. Alle 23,37, la Guardia di finanza di Vibo Valentia contatta l'autorità marittima di Reggio Calabria, rappresentando che una sua unità navale - come da pianificazione operativa - era già in mare e che vi sarebbe rimasta fino alle ore 6 per attività di polizia sul caso segnalato.In tale contesto, in base alle relazioni acquisite, il quadro della situazione in possesso della Guardia costiera in quel momento si fondava sui seguenti elementi: innanzitutto la segnalazione Frontex circa l'imbarcazione non rappresentava una situazione di pericolo; in secondo luogo, non c'erano state chiamate di soccorso di nessun genere; in terzo luogo, sullo scenario era presente un'unità navale della Guardia di finanza dedicata all'evento, che avrebbe potuto fornire ulteriori elementi mediante riscontro diretto e che, qualora fosse stato necessario, avrebbe potuto svolgere attività di soccorso quale risorsa concorrente, in linea con le previsioni del Piano search and rescue marittimo nazionale; da ultimo, non erano variate le condizioni meteo marine.Pertanto, a mezzanotte circa l'unità della Guardia di finanza, considerato il tempo stimato in circa sette ore dall'avvistamento da parte dell'aereo Frontex, necessario al caicco per raggiungere le acque territoriali (presupposto, questo, per l'esercizio delle funzioni di polizia), rientra temporaneamente alla base di Crotone per un rabbocco di carburante. Contemporaneamente, oltre al rifornimento, veniva organizzato un nuovo assetto navale rafforzato con un maggiore dislocamento, in grado di poter meglio affrontare le condizioni del mare. ...Alle ore 2,20 circa, da quanto risulta dai rapporti acquisiti, i due assetti navali della Guardia di finanza, la motovedetta rientrata per il rifornimento insieme ad un'altra unità navale di più ampie dimensioni, riprendono la navigazione alla ricerca dell'imbarcazione.Tuttavia, alle ore 3,30 circa, le due unità navali della Guardia di finanza sono costrette a rientrare in porto a causa delle pessime condizioni meteo marine in atto; alle ore 3,48 la Guardia di finanza informa l'autorità marittima di Reggio Calabria del suo rientro, confermando il quadro conoscitivo sopra tratteggiato, che non conteneva ulteriori elementi né riguardo alla posizione né riguardo ad eventuali criticità relative all'imbarcazione. Alle ore 3,50 la stessa sala operativa della Guardia di finanza di Vibo Valentia, mediante la postazione della propria rete radar costiera, acquisisce per la prima volta un target: verosimilmente l'imbarcazione riconducibile a quella segnalata da Frontex. Alle ore 3,55 la sala operativa del comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia contatta le sale operative del Corpo dei comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone, nonché quelle della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Crotone e Catanzaro, alle quali chiede l'invio di pattuglie nella zona di interesse, specificando altresì che le unità navali della Guardia di finanza non avevano stabilito alcun contatto con il natante e che, a causa delle avverse condizioni del mare, quest'ultimo non poteva essere raggiunto, motivo per cui le loro unità navali erano state costrette a rientrare. ..."

Come chiunque può capire in base a quanto riportato, il ministro cerca di scaricare su Frontex la responsabilità del fatto che l'intervento in mare sia stato fatto come missione di sicurezza e non di salvataggio, nonostante Frontex abbia chiarito che siano le autorità di un Paese a valutare una segnalazione e se e come intervenire. Non è Frontex che dà suggerimenti al riguardo.

Inoltre il ministro, nel suo intervento, ha pure sottolineato che anche una missione di "law enforcement" può effettuare operazioni di salvataggio. Bene. Quello che però Piantedosi ha accuratamente evitato di spiegare è perché l'imbarcazione della GdF destinata a seguire l'evento non abbia chiesto fin da subito un backup, considerato il tipo di missione e la quantità di carburante ancora a disposizione. Infatti, salvataggio o non salvataggio, le autorità italiane, dopo esser state avvertite della presenza di una imbarcazione che si stava dirigendo in Italia, l'hanno persa di vista... perché l'unità navale che era stata assegnata all'incarico non aveva più carburante! 

Per Piantedosi tutto ciò è normale. Non solo. Pur definendosi responsabile di quanto accaduto, non solo non è in grado si spiegarlo e motivarlo, ma ha detto che il compito è affidato alla magistratura. Un altro esempio di ministro di destra che opera a sua insaputa.

In attesa che la magistratura ci sappia spiegare ciò che Piantedosi non è stato in grado di dire, è utile leggere come, al Senato, la senatrice Unterberger ha replicato all'informativa del ministro:

"Ministro Piantedosi, ci voleva questa tragedia per sentire un Ministro di destra parlare di salvataggi, elencando orgogliosamente quante persone sono state salvate dalle autorità italiane. È la prima volta che succede, da sei anni, in quest'Aula, perché in questo tempo, mentre si consumavano le tragedie, dai vostri banchi si sentiva parlare di blocco navale per contrastare il terrorismo islamico, di detenzione di diciotto mesi per chi raggiungeva le nostre coste e di affondamento delle barche usate per le traversate.Poi, Ministro, lei non capisce che qualcuno accosti questo evento alle norme contro le ONG? È semplice: avete creato un clima che criminalizza le operazioni di soccorso, le equipara al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rende tutti più diffidenti nell'attivazione delle procedure di soccorso, perché - come spiegava un ammiraglio della missione Mare nostrum - le valutazioni sui soccorsi vanno sempre fatte per eccesso di prudenza, non per difetto.Per restare al suo racconto, Ministro, emerge chiaramente che questo viaggio era stato infernale e che non era una crociera, come ebbe a dire una componente della sua maggioranza. E poi - come lei stesso ha ribadito - la provenienza delle persone lasciava ritenere che avrebbero goduto della protezione stabilita dagli accordi internazionali. Per questo risuonano ancora più gravi le parole che ha pronunciato in Calabria e che non sono state fraintese. Come ha scritto una brava poetessa, nessuno mette i suoi figli su una barca, a meno che l'acqua non sia più sicura della terra. È questo il vero pull factor, non le ONGSempre a Cutro, ha detto che andremo noi a prendere i richiedenti asilo. Ci sarà quindi un posto dove una donna afghana, rinchiusa in casa dai talebani, potrà andare a prenotare il suo viaggio?O era solo il cinismo da parte di un Ministro?In attesa di una risposta, la informo che alla Camera la sua maggioranza vuole reintrodurre i decreti Salvini sul restringimento dei criteri per la concessione dello status di rifugiato. È qui il vostro vero volto, quello che poi prova a scaricare la responsabilità sull'Europa e a mescolare le carte, parlando di flussi regolari. Invece sono cose ben distinte e separate. Una cosa è rispondere alla domanda di manodopera che viene dalle imprese italiane, un'altra è soccorrere le persone in mare e dare protezione a chi fugge dalle guerre, dalla discriminazione o dalle carestie.Su questi ultimi due punti una soluzione ci sarebbe: ripristinate Mare nostrum e cancellate le norme contro le ONG. Sarebbe anche una forma di rispetto per questa tragedia, perché dietro i numeri ci sono storie che andrebbero sempre raccontate: il giovane siriano che ha visto annegare il fratellino di sei anni; la madre che voleva curare il figlio; la ragazza scappata dai talebani assieme a suo fratello; il cadavere di un bambino che fino all'altro ieri era un codice, perché nessuno era in grado di sapere quale fosse il suo nome.In ultimo, garantite ai sopravvissuti un letto e servizi igienici degni di questo nome, perché quello che si è letto stamattina sui giornali è semplicemente indegno". 

Riguardo l'ultimo passaggio, il governo è intervenuto in giornata, trasferendo i naufraghi in una struttura alberghiera, dopo che alcuni giornali avevano denunciato che l'umanissimo governo guidato dalla capacissima e buonissima Giorgia Meloni aveva alloggiato i superstiti del naufragio in una struttura di fortuna, al freddo, senza che tutti avessero un letto e con un solo bagno a disposizione per decine di persone. E se non dobbiamo chiamarli fascisti, trovate voi il termine più adatto per chi è capace di tanto...