Il problema vaccini e vaccinazioni resta ancora un nodo da sciogliere, specialmente per il personale medico. Il tema è stato affrontato venerdì dal premier Mario Draghi e dal ministro della Salute Roberto Speranza nella conferenza stampa convocata al termine dei lavori della Cabina di regia sul Covid all'indomani del vertice europeo.
Secondo il presidente del consiglio Draghi:"Non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano in contatto con malati né che siano messi nelle condizioni di essere in contatto con malati".
Per tale motivo, si sta lavorando ad una norma che potrebbe prevedere l'obbligo da parte degli operatori sanitari di essere vaccinati contro il Covid. L'ipotesi non riguarderebbe però tutto il personale sanitario, ma solo chi lavora a contatto diretto con i pazienti. Sul testo sono al lavoro tre ministeri, Giustizia, Sanità e Lavoro oltre alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Non condivisa a mio giudizio la volontà di aprire alle scuole, sembra una decisione troppo prematura e che dovrebbe tenere conto del futuro della campagna vaccinale italiana che è ancora indietro. Invece, Draghi:
"Confermo la decisione di aprire fino alla prima media. Il ministro Bianchi sta lavorando perché questa riapertura avvenga in modo ordinato. In alcuni casi sarà possibile effettuare il test ma parlare di azione globale mi sembra eccessivo Le decisioni prese con l'ultimo decreto hanno portato a una diminuzione del tasso di crescita dei contagi anche se «la situazione rimane critica e preoccupante ma la volontà complessiva è stata quella di riaprire la scuola fino alla prima media, aprire ulteriormente sarebbe un rischio. Le evidenze scientifiche dimostrano che fino alla prima media le scuole di per sé non sono fonte di contagio, quello che lo è, è quello che c'è attorno alla scuola e più età si alza e più le attività aumentano. Tutti gli altri provvedimenti restano fermi. La scuola è un punto di contagio molto limitato solo in presenza di tutte le altre restrizioni".