A conferma di come la situazione del comparto finanziario italiano stia attraversando un momento difficilissimo, per non dire drammatico, è la decisione presa ieri pomeriggio dalla Consob, l'autorità deputata al controllo delle operazioni borsistiche, di vietare le posizioni nette corte sul titolo Banca Monte dei Paschi di Siena (BMPS) da oggi 7 luglio fino al 5 ottobre prossimo.

Questo divieto "rafforza ed estende il divieto alle vendite allo scoperto adottato ieri, in quanto vieta sia le vendite allo scoperto di azioni BMPS, sia le operazioni ribassiste compiute attraverso strumenti finanziari derivati che hanno come sottostante le azioni BMPS", come si legge nel comunicato diffuso dalla stessa Consob.

La decisione è stata presa "in applicazione dell'articolo 20 del Regolamento comunitario in materia di 'Short Selling', tenuto conto dell'andamento del titolo BMPS negli ultimi giorni".

Inoltre, il divieto riguarda "tutti gli scambi, a prescindere da dove siano effettuati (su una sede di negoziazione italiana od estera o fuori mercato) e si applica anche agli operatori market maker".

Dall'inizio della crisi finanziaria del 2008, le azioni del Monte dei Paschi di Siena sono cadute vertiginosamente, passando da 0,90 euro alla quotazione attuale, al di sotto di 0,003 euro.

Il problema della banca di Palazzo Salimbeni, e anche di tutto il sistema bancario italiano, è la grande quantità di crediti non esigibili o difficilmente esigibili, quelli che in gergo finanziario sono definiti NPL (Non Performing Loans).

Il Monte dei Paschi ha crediti deteriorati per un ammontare pari a 47 miliardi di euro, una cifra enorme a fronte di una capitalizzazione di mercato che a mala pena raggiunge il miliardo di euro.

L'applicazione di un divieto sullo short selling è un'eventualità che si registra molto raramente sui mercati finanziari. L'ultima volta che un provvedimento simile ha riguardato azioni bancarie è stato in Grecia nel 2015, quando il paese si trovava in una situazione pressoché disperata dal punto di vista finanziario e poco prima che il governo intervenisse per ricapitalizzare le banche in sofferenza.