“L’avviso comune firmato a poche ora dalla fine del blocco è la cosa migliore che noi potevamo ottenere – spiega Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Firenze e Prato -. Persino Confindustria Firenze, cui la Gkn è iscritta, si è schierata contro la decisione di chiudere e licenziare. Un fulmine a ciel sereno, non c’era stato alcun sentore di una decisione di questa gravità da parte dell’azienda. Che ha altri stabilimenti in Italia ma, per decisione del fondo, deve risparmiare 150 milioni di sterline nei prossimi anni. Se mi chiedi perché abbiano voluto colpire proprio qui, ti rispondo che non lo so, ma forse è una vendetta contro una fabbrica molto sindacalizzata”.
“Com'erano tutti esagitati quando bisognava togliere il blocco dei licenziamenti, oggi sono tutti esagitati a dire: caspita, questa è la barbarie – ha detto Michele De Palma, segretario nazionale Fiom –. È chiaro che noi eravamo per prolungare il blocco dei licenziamenti, ma dinnanzi alla volontà irrinunciabile di Draghi e del ministro di tornare indietro, abbiamo messo in atto un meccanismo che dice alle imprese: prima di licenziare devi mettere in campo gli ammortizzatori sociali, che sono a disposizione a costo zero, quindi un'azienda che decide di licenziare in questo contesto manifesta ulteriormente l'atto di violenza. È un omicidio preterintenzionale, lo hanno costruito prima. Non possiamo essere alla mercé di mercenari, se la situazione non cambia è evidente che si rischia uno scontro vero”.

Evidentemente deve essere forte l'imbarazzo dei sindacati per quanto "ottenuto" il 29 giugno scorso  che adesso, preso atto delle conseguenze, cercano di addossarne l'esclusiva responsabilità al cinismo di alcune imprese.

È vero, il cinismo rimane, visto che la fabbrica di Campi aveva commesse da parte di Stellantis FCA, Bmw e Audi e non era da tempo sull'orlo del baratro, però rimane anche il senso di incredulità per il fatto che i sindacati dopo aver firmato un accordo in cui si raccomanda e non si obbliga l'utilizzo degli ammortizzatori sociali prima di ricorrere ai licenziamenti adesso si meravigliano se qualcuno di quella raccomandazione ne ha fatto carta straccia!

Della vicenda Gkn se ne occuperà il Mise, ma con quali prospettive lo fa intendere il numero già infinito di vicende analoghe che approdate al ministero dello Sviluppo economico, lì si sono arenate senza esser mai state risolte... licenziamenti a parte.

Non so se in casi simili il mal comune si può definire mezzo gaudio, comunque i dipendenti di GKN  di Campi Bisenzio condividono lo stesso problema dei 500 dipendenti della GKN di Birmingham.