Don Mauro Galli per la Procura di Milano è un prete pedofilo, un sacerdote che ha approfittato del suo ruolo per portarsi a letto un ragazzino.
Secondo la denuncia la sera del 19 dicembre 2011, il giovane – animatore all’oratorio – dorme in parrocchia. Ci sono due stanze con i letti, ma ragazzo e prete finiscono nel lettone di quest’ultimo dove avvengono approcci sessuali.
Don Galli dichiara al tribunale che fu Mario Delpini, allora vicario generale della diocesi, a metterlo sull’avviso dell’inchiesta, allora segreta, aperta nei suoi confronti per violenza sessuale. «Nel settembre 2014 vengo chiamato dal vicario generale e mi dice che a Rozzano i preti hanno sentito di una possibile denuncia effettuata contro di me», racconta.
Dalle intercettazioni risultano le modalità con cui avviene la convocazione, con Delpini che convoca don Galli, lo ammonisce a non parlare al telefono, gli consiglia l’avvocato.
Subito dopo la Curia,invece di mettere al riparo il prete da altre tentazioni lo sposta a Legnano, in un’altra pastorale giovanile.
Alla domanda: «Lei ha risarcito la famiglia del ragazzo. Dove ha preso i soldi?» «Erano dei miei genitori e di mia nonna». É un modo per dire che la Curia non c’entra, che non è stato Delpini a tacitare la vittima. Ma don Galli non spiega perché sulla fonte dei soldi venne imposto il silenzio, non dice chi gli sta pagando l’avvocato, non racconta perché nei verbali di interrogatorio si dichiarò nullatenente.