La polemica tra Milan e Pallotta dei giorni scorsi è stata significativa per sottolineare quanto l'informazione in Italia sia serva delle contingenze e delle ipocrisie, a dispetto dell'etica e della verità. Che ci siano giornalisti che in Italia facciano correttamente il loro lavoro è sicuro. Purtroppo, il loro numero è largamente inferiore rispetto a quelli che non lo fanno. E questo non riguarda solo la politica.
La polemica dei giorni scorsi tra Pallotta, presidente della Roma, e Fassone, amministratore delegato del Milan, ne è la riprova. In un'intervista, Pallotta si chiedeva come fosse possibile che il Milan facesse una campagna acquisti tanto costosa se non aveva nepppure i soldi per completare l'acquisizione della proprietà del club.
Quindi, Pallotta, logicamente, si chiedeva con quali soldi l'attuale proprietà del Milan acquisisse così tanti giocatori. Dalla risposta di Fassone si capisce quanto fosse appropriata la riflessione di Pallotta. L'a.d. del Milan, infatti, ha confermato che soldi il Milan non ne ha e che sta operando sul mercato dopo aver chiesto l'ennesimo prestito che, tra l'altro, copre solo un quarto del valore degli acquisti fatti.
In un paese dove l'informazione funziona tutto ciò avrebbe dovuto diventare una notizia con inchieste, interviste e approfondimenti. Invece, il giornalista italico di questa vicenda si è limitato a riportare solo le dichiarazioni dei protagonisti, senza alcuna spiegazione, senza alcuna verifica di quanto detto da Fassone.
Perché? Perché dire delle cose che non sarebbero piaciute alla dirigenza rossonera avrebbe avuto come conseguenza per la fonte d'informazione che l'avesse fatto l'immediata esclusione dal poter parlare con i giocatori e di far loro interviste... senza dimenticare il terrore di poter dispiacere ai tifosi del Milan, di certo non pochi, e di perdere lettori, contatti o spettatori.
Tutto questo è frutto di pura convenienza e di quieto vivere. Ma se poi le classifiche sulla libertà di stampa pongono l'Italia a livello dei paesi del terzo mondo, non lamentiamoci!