"La mia reputazione è stata infangata da un’intervista anonima negli ultimi giorni della campagna elettorale. Sono cose che non accadono in nessun Paese civile. Ora basta. Il 29 novembre 2021 ho sporto una denuncia che riporta i deliranti messaggi di una persona con scarso equilibrio e infamie verso tutta la mia famiglia. Tali messaggi, che sono stati allegati alla denuncia, chiariscono l’insussistenza di qualsiasi possibile molestia e le ragioni per cui ho denunciato la persona per stalking. Tutto questo materiale era a disposizione di Fanpage. Vivo questo inferno da mesi insieme ai miei figli e alle persone che amo. Ma la verità è più vicina di quanto non si immagini".

Ad ulteriore riprova della sua buona fede, il senatore Richetti pubblica il seguente video per dimostrare di non aver commesso ciò di cui viene accusato...

Ma chi lo accusa e soprattutto chi lo ha accusato? 

Si tratta di una donna che ha denunciato a Fanpage di essere stata abusata sessualmente nel novembre 2019 da un senatore della Repubblica, candidato alle prossime elezioni e ai piani alti di un importante partito politico. Fanpage, quotidiano online, ha ricostruito la denuncia senza fare alcun nome, né della donna, né del senatore.

Perché Fanpage ha pubblicato il servizio, confezionato così come sopra è stato riportato?

"... Dopo aver ricevuto la denuncia della donna, suffragata da una serie di elementi da noi visionati e valutati, come sempre ha fatto il team Backstair in questi anni, e dopo aver avuto conferma dei due incontri e di tutti gli eventi che si sono susseguiti nella vicenda a noi raccontata, abbiamo ricostruito la dinamica degli eventi, attenendoci ai fatti. Del resto, abbiamo scelto di non mostrare, perché non eravamo riusciti a verificarle in modo preciso e puntuale, ulteriori segnalazioni che ci erano giunte, sempre nel rispetto della deontologia professionale.  Infine, la decisione di pubblicare, giunta dopo un confronto interno che ci ha portato a credere fosse importante mostrare la condizione in cui si trova chi denuncia di essere stato vittima di molestie.Circa la denuncia che in queste ore è stata fatta circolare, riteniamo opportuno fare delle precisazioni. Prima di tutto si tratta di una denuncia contro ignoti, non è corretto dire che la nostra fonte sia stata denunciata per stalking e diffamazione (tra l’altro, non abbiamo mai rivelato la sua identità). Tale denuncia, di cui avevamo correttamente dato conto nell’inchiesta, ha portato a una perquisizione che ha coinvolto diversi soggetti, ma che si è conclusa con esito “negativo” circa la posizione della nostra fonte. Non le è stato sequestrato nulla, né le è stato contestato nulla. Troviamo allucinante che sia stata fatta circolare una denuncia del genere senza omettere dati sensibili, ma di questo siamo sicuri che qualcuno risponderà. Siamo oltre ogni dibattito sul garantismo: viene distribuita una denuncia che potrebbe riguardare soggetti estranei alla vicenda, senza preoccuparsi di oscurare un numero che non si sa neanche se sia collegato agli altri atti allegati (gli screenshot di alcuni vergognosi commenti sui social).Ribadiamo l'ovvio, che a questo punto tanto ovvio non è: la denuncia della nostra fonte ruota intorno a ciò che è successo in uno specifico momento, in un incontro che abbiamo avuto modo di verificare. Le ragioni per cui “Ambra” (nome di fantasia: vale la pena di ribadire pure questo) non abbia voluto denunciare nelle sedi opportune le ha spiegate lei stessa nell’intervista. Sono sue e soltanto sue, e noi crediamo sia giusto rispettarle, non potendo sapere come si possano vivere e metabolizzare situazioni del genere...".

Ma allora chi ha fatto il nome di Richetti? Carlo Calenda, in questo modo...

Dopo la rivelazione di Calenda, Open, altro quotidiano online, riepiloga così la scelta del leader di Azione:

«Da un anno il senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine». Inizia così la nota in cui Azione, il partito fondato da Carlo Calenda e di cui ne è segretario, spiega la posizione di Matteo Richetti. Sarebbe dunque il senatore, presidente del partito, l’uomo accusato di molestie sessuali da una donna, rimasta anonima, che ha denunciato a Fanpage comportamenti e minacce che un certo parlamentare le avrebbe rivolto alcuni mesi fa. Le presunta vittima avrebbe mostrato chat e screenshot delle conversazioni avute con questo parlamentare, di cui non ha fatto il nome, prima e dopo i presunti abusi avvenuti nella sede del suo partito non distante dal Senato.Nella sua nota Azione inserisce anche un attacco a Fanpage criticandone le tempistiche e il metodo usato per divulgare la notizia: «Il fatto che un sito di informazione, a 10 giorni dalle elezioni, riporti anonimamente accuse tanto gravi senza avere il coraggio di fare il nome del senatore ma pubblicando foto parziali che lo rendono riconoscibile, rappresenta uno nuovo livello di bassezza della stampa italiana». La versione di Calenda ribalta i ruoli di vittima e carnefice rispetto alle denunce di Fanpage. La nota rivela che, in realtà, la donna che ha raccontato la vicenda è l’autrice di molestie nei confronti di Richetti e della sua famiglia «attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate». La vicenda sarebbe già «in mano alla magistratura».

Se in questi passaggi non mi sono perso nulla, sembrerebbe che i nomi della vicenda per come l'ha riportata Fanpage sarebbero rimasti privati, considerando anche che riconoscere Richetti nell'animazione (se è quella l'immagine cui Calenda faceva riferimento) va ben oltre la più fervida fantasia. 

Per questo vien da chiedersi per quale motivo il segretario di Azione li abbia resi pubblici, visto che Richetti, in base a quanto ha affermato, aveva già da tempo presentato denuncia contro la persona che lo ha accusato. Per tale motivo, anche se il suo nome fosse venuto fuori in un secondo momento, lui avrebbe potuto sempre utilizzare tale denuncia a riprova della sua buona fede.

Quindi, perché rendere pubblica una vicenda che si sarebbe sgonfiata da sola e in cui nessuno aveva fatto o ipotizzato nomi? Oltretutto, considerando anche la posizione di forza di Richetti che anche in in un secondo momento poteva pretendere di essere estraneo alle accuse utilizzando la denuncia fatta a suo tempo come prova inconfutabile di quanto da lui asserito.

Per questo, ancora una volta, l'ennesima uscita di Calenda, a meno che non abbia deciso che potesse tornare utile in termini di riscontri elettorali, appare del tutto incomprensibile, come a suo tempo accorgersi dopo aver siglato un patto con il Pd dell'alleanza tra dem con Verdi e Sinistra Italiana (forze politiche con cui Azione non avrebbe mai voluto essere associata) che Letta aveva già ampiamente annunciato da tempo. E ancor di più se si aggiunge il fatto che Azione, mostrando la denuncia di Richetti, parrebbe non aver cancellato tutti i riferimenti che possono consentire di identificare la donna che ha denunciato, a suo dire, di esser stata vittima di violenza.

Da questi fatti, ognuno tragga le proprie considerazioni... anche di natura "elettorale".