La guerra in Ucraina? Un'ulteriore riprova della stupidità dell'Europa
A scanso di equivoci, il contenuto di questo articolo non è finalizzato a supportare la Russia e a giustificarne l'invasione dell'Ucraina: è solo una logica riflessione sul fatto che "anche" la guerra in Ucraina ha finito per dimostrare la "fragilità" e la conseguente stupidità delle attuali regole alla base dell'Unione europea, oltre all'incompetenza di coloro che ne guidano le istituzioni e dei capi di Stato e di governo dei Paesi che la compongono.
Quali sono le motivazioni che hanno portato la Russia ad invadere l'Ucraina? Infinite, tutte valide, ma nessuna decisiva... cioè non è possibile dire con certezza che una motivazione sia prevalente sulle altre. Forse tra qualche decina di anni o forse di più, se e quando saranno accessibili documenti riservati provenienti dal Cremlino, potremo sapere la ragione o le ragioni prevalenti che, più di altre, hanno fatto decidere Putin che era conveniente invadere l'Ucraina... Forse potremo anche conoscere i suoi errori di valutazione, le correzioni di strategia e i relativi obiettivi sulla base dell'andamento della guerra e altro...
Attualmente, però, non possiamo dire nulla di certo, se non che la Russia ha comunque valutato le conseguenze di ciò che stava facendo, cercando di gestire, almeno nel breve e medio periodo, i problemi a cui il Paese sarebbe andato incontro. Una gestione resa sicuramente più facile dal fatto che la Russia è un regime dittatoriale, seppur ipocritamente mascherato da un'ombra di democrazia.
Esistono responsabilità degli Stati Uniti in relazione all'invasione dell'Ucraina? Sicuramente. Le decisioni delle amministrazioni che a Washington si alternano alla guida del Paese sono correlate e regolate in base alle convenienze politiche relative alle promesse elettorali fatte durante le campagne per le elezioni presidenziali. Lo stesso vale anche per quelle di politica estera, che poi - se necessario - vengono spiegate ai media con la necessità di supportare e salvaguardare i principi alla base della Costituzione americana... pure nel caso in cui tutto si possa meglio motivare con la convenienza di mettere una bandierina americana su un territorio, invece che su un altro, per mille ragioni che possono essere racchiuse dalle problematiche della necessità americana di gestire un impero... perché questo sono gli Stati Uniti.
La Russia lo era e vuol ritornare ad esserlo, gli Usa lo sono e non hanno alcuna intenzione di concedere a Putin di ricreare un impero russo, anche se stavolta guidato da uno zar invece cha dal segretario generale del PCUS. Sicuramente anche questo sta alla base della guerra che l'Ucraina combatte ed è in grado di combattere contro la Russia.
Perché? Perché se gli Stati Uniti avessero deciso che per loro non era conveniente supportare l'Ucraina e l'esercito ucraino, fin dal 2014, Kiev a quest'ora sarebbe sotto il controllo di Mosca... già da alcuni anni. Anche per questo l'esercito ucraino, da tempo formato e addestrato come un esercito della Nato, è stato in grado di contenere l'avanzata russa.
Le conseguenze economiche interne agli Stati Uniti per la guerra in Ucraina? Minime, compensate dal vantaggio di poter finanziare l'industria militare con i soldi pubblici per favorire lo sviluppo economico dellanazione... che poi è sempre stata la strategia dei repubblicani per superare i problemi di natura economica all'interno del Paese. Stavolta sono i democratici a farlo. Anche in America c'è l'inflazione, è vero... ma ha a che fare con il post pandemia e non certo con la mancanza di gas o petrolio! Anzi, gli Stati Uniti guadagneranno pure dal fornire all'Europa una parte del gas di cui ha bisogno.
Quindi, gli Stati Uniti possono permettersi di supportare la guerra in Ucraina senza eccessivi problemi.
Esiste un vantaggio per gli Ucraini in questa guerra? Evidentemente no. E, a parte una percentuale di ipernazionalisti che non si nega a nessun Paese, è impossibile credere che la maggioranza degli ucraini abbia potuto desiderare questa guerra.
Kiev si è trovata costretta a dover combattere una guerra che non voleva e lo sta facendo con le unghie e con i denti, approfittando di ogni appiglio che le viene offerto o che creda le possa venire offerto. Si può dire che l'Ucraina sia vittima della Russia, ma non si può del tutto escludere che non lo sia, in parte, anche degli Stati Uniti... anche se è da considerare quanto detto in precedenza che cosa sarebbe comunque potuto accadere a quel Paese senza il supporto americano.
E adesso veniamo all'Europa. Come si può comprendere già da quanto anticipato, l'Ue è un vaso di coccio in mezzo a due vasi di ferro.
Per ragioni ideologiche, quelle che stanno (o dovrebbero stare, pensando ad esempio a Ungheria e Polonia) alla base dell'unione, Bruxelles supporta Kiev applicando una serie di sanzioni durissime sia a Mosca, sia ai rappresentanti della sua élite economico finanziaria. Per ragioni politiche, strategiche e militari, direttamente e tramite la Nato, i vari Paesi europei forniscono poi a Kiev armi e munizioni in rapporto alle proprie disponibilità. Inoltre, l'Ue contribuisce a supportare finanziariamente l'Ucraina e ad ospitare i suoi rifugiati, cui viene riconosciuto e fornito ciò che difficilmente viene riconosciuto e fornito ai rifugiati di altre etnie e di altre religioni.
E tutto questo con quali risultati? Tragici... e di cui finora abbiamo percepito solo minime avvisaglie, nonostante la loro drammaticità.
Dopo aver interrotto, a causa delle sanzioni, le relazioni commerciali con Mosca, l'Europa ha iniziato a rinunciare alle risorse che la Russia gli forniva e quelle a cui non ha rinunciato Mosca ha iniziato ad erogarle razionandole, a cominciare dal gas. Il risultato?
Le esportazioni verso la Russia si sono interrotte, i prezzi alle pompe di benzina sono saliti e le bollette di gas e luce sono oramai fuori controllo, con prezzi quintuplicati o decuplicati rispetto a un anno fa.
Le aziende inizieranno a smettere di produrre perché sarà troppo oneroso continuare a farlo ed inizieranno a mettere i dipendenti prima in cassa integrazione e poi a licenziarli, mentre anche i prezzi dei generi di prima necessità diventeranno sempre più cari ed alcuni prodotti, a partire da quelli non indispensabili, inizieranno ad essere irreperibili, come ad esempio l'acqua gassata perché già adesso produrre anidride carbonica è troppo costoso.
In Europa questi processi saranno più impattanti in Paesi come l'Italia dove più di altri il Pil è basato sulla manodopera, piuttosto che sui servizi.
Quali saranno le conseguenze di una crisi che in questo momento appare inevitabile? Oltre agli sconvolgimenti politici, nessuno può saperlo, anche perché il grado di insoddisfazione e rabbia potrebbe essere tale e generalizzato da non avere esempi con il passato, escludendo quello remoto.
Insomma, l'Europa ha supportato la guerra in Ucraina senza valutare quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze e senza aver fatto alcunché per mitigarle, salvo intervenire in corso d'opera, come dimostra la corsa per fare accordi con altre nazioni fornitrici di gas.
Non solo l'Europa non ha saputo prevedere il caos attuale, ma non riesce neppure a mitigarlo, come dimostra il prezzo del gas che è in gran parte frutto di speculazioni sul mercato "olandese".
Inoltre, indirettamente, l'Europa sta combattendo una guerra senza poterne neppure determinare la durata. La situazione attuale, in teoria, potrebbe protrarsi per anni, mentre, solo guardando a casa nostra, possiamo immaginare che in tali condizioni il Paese andrà a rotoli entro pochi mesi.
Che fare adesso? Non è possibile saperlo, ma è certo che tutto quello che sta accadendo ora, nei mesi scorsi non solo non è stato previsto, ma neppure ipotizzato. E questo dimostra ampiamente la stupidità dell'Ue anticipata ad inizio articolo.
Una stupidità che può essere tranquillamente definita incommensurabile, pensando poi a quanto sta facendo la Turchia!
Il presidente turco Erdogan supporta l'Ucraina "vendendogli" i droni, ospitando vertici e proponendosi come mediatore. Allo stesso tempo mantiene relazioni diplomatiche e commerciali con la Russia tanto che, solo a mo' di esempio, i turisti russi che fino a poco tempo fa correvano in Italia, adesso sono amorevolmente accolti nelle località balneari turche.
E come commentano a Kiev il fatto che Erdogan tenga i piedi in due staffe, guadagnandoci pure? Con gratitudine, tanto che l'ambasciatore ucraino ad Ankara, dopo l'accordo per la ripresa del trasporto del grano via mare dai porti ucraini sul Mar Nero, si è sperticato in lodi nei confronti del dittatore turco, dichiarando che nessuno degli altri capi di Stato o di governo è stato in grado di fare ciò che Erdogan ha fatto per l'Ucraina!
Non solo. Erdogan questa settimana era a Kiev per firmare un protocollo d'intesa in cui ha intestato alla Turchia la ricostruzione di alcune delle infrastrutture distrutte dai russi, ad iniziare dal ponte che collegava la capitale alla strada per Bucha. Tanto per esser chiari, la Turchia penserà a ricostruire ciò che l'Ucraina si impegna a pagare. Invece, i sindaci europei vanno ad incontrare Zelensky per stringere accordi di collaborazione per progettare grazie ai loro architetti la ricostruzione delle città distrutte... tanto poi ci penseranno i turchi a tirarle su!
In sostanza, mentre a causa della guerra in Ucraina l'Ue va a rotoli, Erdogan con la guerra in Ucraina cerca di sistemare l'economia del suo Paese in vista delle prossime elezioni, anche continuando a fare affari con la Russia. E da Kiev lo ringraziano... e pure calorosamente!
È evidente che qualcosa, anzi molto, l'Ue ha sbagliato... anche nella gestione della guerra in Ucraina.