Le telefonate tra le cosiddette olgettine e Silvio Berlusconi, tra aprile e agosto del 2012, sono oggetto del processo che è stato denominato Ruby ter e che vede imputato l'ex cavaliere per corruzione in atti giudiziari per aver corrotto tramite regali in denaro e beni immobili alcune testi, tra cui Barbara Guerra e Iris Berardi, perché testimoniassero a suo favore nel primo processo Ruby.

Secondo il procuratore aggiunto Pietro Forno ed i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, quelle telefonate sarebbero necessarie a dimostrare la loro tesi accusatoria. Per chiarezza, le telefonate sono agli atti dell'inchiesta e già nella disponibilità dei magistrati che potranno utilizzarle nei confronti delle "olgettine". Però, dato che al tempo in cui sono state effettuate le intercettazioni, Silvio Berlusconi era un senatore della Repubblica, perché possano essere utilizzate anche a suo carico, era necessaria l'autorizzazione di palazzo Madama.


Oggi, a fine mattinata, i senatori sono stati chiamati ad esprimere il proprio parere sul loro utilizzo da parte dei giudici. Il voto, avvenuto a scrutinio segreto, ha avuto il seguente esito: voti favorevoli 120, voti contrari 130, astenuti 8. Pertanto, l'autorizzazione non è stata concessa.
Soddisfazione ed applausi da parte di Forza Italia, accesi scambi di accuse tra senatori PD e 5 Stelle.

La valutazione su quanto accaduto è abbastanza semplice. Prima di tutto non è logicamente spiegabile perché 130 senatori abbiano voluto sancire una differenza tra lo status di parlamentare e quello di semplice cittadino in relazione a prove che non riguardano certo la libertà d'espressione e l'attività politica di Silvio Berlusconi. Ed a questo proposito non è comprensibile l'entusiasmo di Forza Italia.


L'altra considerazione è sulle motivazioni politiche che stanno alla base di questa scelta. Il PD accusa il M5S di esserne responsabile, accusandolo di un possibile accordo con Forza Italia per ottenere identico favore nei confronti del senatore Giarrusso di cui si chiederà l'autorizzazione a procedere in giudizio per aver diffamato una deputata del PD.

Da parte del  M5S, invece, si accusa il PD di aver fatto un favore a Berlusconi in cambio di futuri scambi politici che, in base alle fibrillazioni nei gruppi degli ex FI, sembrano essere sempre più indispensabili per il prosieguo dell'esperienza di Governo di Matteo Renzi, al di là di quello che sarà il voto sul referendum confermativo del prossimo autunno.