Poco dopo le 18 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è presentato davanti ai giornalisti ad ha fatto un riassunto, molto sintetico, delle consultazioni appena concluse in relazione alla soluzione della sua prima crisi di Governo.

Mattarella ha detto che prenderà le sue decisioni nelle prossime ore, in modo da formare un governo nel più breve tempo possibile. Governo che dovrà affrontare, fin da subito, adempimenti, impegni e scadenze di carattere interno, europeo ed internazionale.

Inoltre, il presidente della Repubblica ha ricordato come prioritaria l'esigenza di armonizzazione le leggi elettorali di Camera e Senato e che non verrà meno il sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto, così come la ricostruzione dei loro paesi.

Infine, Mattarella ha auspicato che, pur nella dialettica delle diverse posizioni, il clima politico rimanga sereno e costruttivo.

Quindi, che cosa ci dovremo aspettare nei prossimi giorni? Non si può certo affermarlo con sicurezza, ma da quelle che sono le ultime notizie, il quadro istituzionale dei prossimi mesi potrebbe essere ormai definito.

Nelle consultazioni, i partiti di opposizione hanno spinto per un governo che porti gli italiani a votare il prima possibile. Alcuni hanno indicato una legge elettorale nuova, addirittura proporzionale, relativa a Camera e Senato, altri come i 5 Stelle hanno insistito perché si vada al voto con l'attuale sistema elettorale dopo aver atteso il parere della Consulta sull'Italicum.

I centristi che finora hanno appoggiato il Governo sono ovviamente più che attendisti e presumibilmente disposti a far continuare la legislatura il più a lungo possibile, tanto per annusare l'aria che tira e capire che cosa sia per loro più conveniente. Un Governo di larghe intese è da escludere, almeno in base a quanto dichiarato ufficialmente dallo stesso Berlusconi all'uscita dal colloquio con Mattarella.

Il Partito Democratico ha riassunto la propria posizione con Zanda, parlando di responsabilità, di legge elettorale, di voto, ma non ha dato indicazioni se voglia o meno arrivare a fine legislatura.

Ma per avere qualche chiarimento in più, è stato d'aiuto l'organo del partito, l'Unità, che ha ufficializzato in Gentiloni il nome suggerito dal PD a Mattarella per guidare il nuovo Governo. Inoltre, dopo aver scelto Paolo Gentiloni, Matteo Renzi ha anche indetto per il 18 dicembre l'Assemblea Nazionale del partito che darà il via alla fase congressuale per eleggere il nuovo segretario.

E Renzi che in caso di sconfitta elettorale diceva che si sarebbe ritirato dalla politica che cosa farà? Ovviamente non si ritirerà dalla politica e sarà in corsa per farsi rieleggere segretario del partito, presumibilmente a marzo, e partecipare così alle prossime elezioni come candidato premier. Oltre a Enrico Rossi, presidente della regione Toscana, sarà della partita forse anche Michele Emiliano, presidente della regione Puglia.

Con questa notizia adesso possiamo esser certi che, esclusi colpi di scena eclatanti, la prima data possibile per le prossime elezioni sarà intorno a giugno, a meno che la maggiornaza di governo, in base al clima nel paese, non decida di arrivare a scadenza della legislatura.

Le scadenze astrattamente richiamate da Mattarella sono la situazione MPS e la legge di bilancio 2017. Solo per citare quelle più urgenti. E non sono certo scogli facili da superare. Nel primo caso, si rischia di fare un provvedimento che possa creare una situazione di disparità con i risparmiatori delle quattro banche fallite lo scorso anno. Nel secondo, ci sono da trovare i soldi, e sono diversi miliardi, per coprire e soddisfare le promesse di Renzi.

Gentiloni, come è facile immaginare, farà ciò che Renzi gli dirà di fare. In pratica, sarà una marionetta dell'ex premier. Il guaio, però, è che rispetto a Renzi Gentiloni manca della faccia tosta e della capacità di mentire che hanno permesso al politico toscano di governare per tre anni.

Che Gentiloni possa formare un nuovo governo è sicuramente possibile. Che tale governo possa durare anche fino all'estate, con una maggioranza instabile al Senato e con le opposizioni che alimenteranno la protesta popolare sancita dal voto del 4 dicembre, è difficilmente credibile.