È singolare e quanto mai avvincente la storia di Nemo che  ha un iter di 95 anni, dal 1928 data della sua stesura e il 2023 data della sua rappresentazione, l'inedito monologo di Pirandello iscritto dall'autore come soggetto cinematografico  per Greta Garbo e mai realizzato, da essere annoverata negli archivi storici della Cultura italiana e del Teatro Moderno, la cui  descrizione è narrata con dovizia di interessanti particolari  dal Conte Federico di Wardal, artista cinematografico e teatrale di fama internazionale qui di seguito riprodotta.

Pirandello,  considerato uno dei massimi autori nella storia del teatro e incontrastato innovativo genio del  Teatro Moderno, è vissuto durante un difficile periodo politico che non amava geni innovativi.

La storia del monologo "Nemo" perciò, divenne la storia di un Pirandello nascosto ed assunse tinte tra le più singolari del mondo. Uno dei massimi capolavori di Pirandello "Sei Personaggi in cerca di autore" fu un totale fiasco, nel 1921 alla sua "premiere" al Teatro Valle di Roma, ma grandi pensatori intuirono il genio Pirandello, come pure la icona più leggendaria della storia del cinema. Mrs. Greta Garbo.

La Garbo già non sopportava più il suo cliché cinematografico e chiese a Pirandello un testo profondo , significativo, di avanguardia. Questo era in conflitto con Garbo in "Come tu mi vuoi"di Pirandello, scritto al tempo del monologo "Nemo “,  film sonoro che uscì nel 1932 .  "Nemo" poteva essere interpretato da un attore o da un'attrice, essendo il protagonista di"Nemo “, non una persona, ma"un personaggio". Aspetto, questo, dominante in "I sei personaggi".

"Nemo" rappresenta  e sviluppa tematiche brucianti, rivoluzionarie ed umane, del "I sei personaggi", ma con l'apporto di elementi assolutamente inediti. Il monologo era stato già rifiutato dalla stessa compagnia  di Pirandello, considerando "Nemo" eccessivamente innovativo". È ciò che la Garbo cercava.  

Pirandello riscrisse il monologo per la Garbo che suggerì a Pirandello, l'inserimento di una pistola nel monologo per renderlo più cinematografico. Già  la presenza di una "pistola" era  nei "sei personaggi in cerca di autore". "Nemo" doveva essere il riscatto delle dure angosce  di Pirandello, dovute ai  tempi, ai suoi drammi familiari, ai suoi drammi d'amore. E per Garbo, come già detto, il riscatto da un personaggio, che le aveva dato fama mondiale, ma che per la diva, stava diventando una prigione, la condanna di essere la Garbo sempre ed oltre se stessa. Non ci fu niente da fare. I produttori di Garbo, vietarono alla Garbo di essere una "Garbo" che il pubblico non avrebbe mai più riconosciuto, la Garbo di "Nemo".

Pirandello considerò questo come un tradimento ai valori in cui credeva, nonostante il successo di "Sono come tu mi vuoi" di tre anni più tardi. Molti  anni passarono, dopo che la Garbo si ritirò per sempre dalle scene, quando Pirandello decise di ascoltare la battuta del suo "I sei personaggi", "Un autore che abbia dato vita ad un personaggio vivo, ma che poi, abbia voluto negargli la vita".

Pirandello cominciò a separarsi da "Nemo" fino a credere di non averlo mai scritto. La crisi esistenziale di Pirandello non si risolse neppure dopo avere ricevuto il premio Nobel nel 1934, segnalato da Guglielmo Marconi da parte della 'Accademia Reale Italiana'. Pirandello, dopo "Nemo", scrisse solo un altro dramma nel 1930, poi, la sua penna di drammaturgo si asciugò per sempre. Nessun drammaturgo smette di scrivere, giacché la creatività è linfa di vita. Da questo, si capisce, quanto il rifiuto di tutti a mettere in scena "Nemo" significò per Pirandello un dolore, una insoddisfazione permanente, tanto da esaurire la sua attività di drammaturgo e quanto "Nemo" fosse importante per Pirandello.

"Nemo" chiede amore, non lo ottiene e soffre per sempre rimanendo “Nemo" che significa nessuno Pirandello considerò tale "no" un grande passo indietro verso la verità che "Nemo" urlava ed un grande passo avanti, perciò, verso l'ipocrisia.

La verità, per Pirandello afferma Wardal - è un pilastro imprescindibile della sua filosofia, di tutti i suoi lavori, imperniati sulla maschera che si recita nella vita e sulla maschera che si recita sulla scena, che proviene però spesso da quei drammaturghi abili ad ingannare il pubblico, con la menzogna. Ed è proprio sulla manipolazione della verità che "Nemo" si basa!

La scrittrice e poetessa Paola Masino Bontempelli - racconta Wardal - partecipava a questo dramma di Pirandello con angoscia.  Pirandello rifiutando di essere Pirandello rifiutava la sua identità, qualunque identità. l dramma del distacco dalla vita, lo troviamo anche nel suo monologo. "L'Uomo dal Fiore in Bocca".  Pirandello pensò  che l'unica cosa da fare, per liberarsi dal dramma che "Nemo" conteneva e che era il dramma della sua esistenza, fosse  distruggere il monologo "Nemo".  Paola Masino non permise questo a Pirandello.  Prese "Nemo" in sua personale custodia e si accordo'  con Pirandello che il monologo sarebbe stato rappresentato un giorno, solo dopo la sua morte. Per recitarlo occorreva un personaggio trasgressivo , come Pirandello era, come "Nemo" è. Il teatro può dire fino ad un certo punto, come Pirandello scrisse nei "Sei personaggi" e "Nemo" andando oltre  questo, necessitava un "personificato re" autenticamente trasgressivo. Neppure Paola Borboni, promotrice di Pirandello, considerò l'idea di rappresentare "Nemo" e nessuno dopo di lei. Su "Nemo" inevitabilmente calò silenzio assoluto, fino all'oblio .   

Il grande critico teatrale Giorgio Prosperi, amico di Pirandello, -prosegue Wardal nel suo racconto -cominciò a vedere i miei spettacoli  e conobbi tramite lui Paola Masino Bontempelli nel salotto culturale della diva dei films dei "Telefoni Bianchi" Elsa De Giorgi dove era presente il Gota della letteratura, cinema e teatro italiano, da Alberto Moravia ad Anna Magnani, a Pasolini, a Fellini e Carlo, Lizzani, a Giorgio Prosperi stesso. Fu proprio Giorgio Prosperi conoscendomi che mi riferì di aver parlato di me con Paola Masino e di telefonarle per un incontro Un giorno di aprile del 1989 incontrai Paola Masino in un bar dei Parioli dal  carattere forte e determinato  La Masino affermava. "Il pubblico ha perduto la libertà di protestare contro gli  attori, quando uno spettacolo non è di proprio gradimento. Il pubblico è diventato senza occhi, ne ‘ gusto , ne' tempra. Il pubblico è diventato una entità meccanica  “, come meccanici sono i suoi applausi, come in"Nemo"! ". Allora chiesi alla signora Masino cosa fosse"Nemo".

"È un monologo di Pirandello che io ho salvato. Mi rispose: Ecco. Lo prenda. Lo legga e se le piace, ne riparliamo"Il giorno dopo incontrai nuovamente la signora Masino, nello stesso bar e la Masino mi disse. "Visto che le piace, lo metta in scena. Non si preoccupi, la guiderò. " La malattia renale della quale la signora soffriva  si aggravò e la signora Masino mori pochi mesi dopo ed  Io, senza la sua guida non me la sentii di recitare"Nemo".  E Giorgio Prosperi aggiunse. "Senza Paola"Nemo"non ce  la farà a nascere". Abbandonai così  totalmente l'idea di mettere in scena"Nemo"Nemo"è per chi ha vissuto mille vite ed io non riesco a vivere nemmeno la mia vita. Occorre una estrema consapevolezza per recitare"Nemo"ed io, no, non mi sento pronto per recitare il capolavoro dei capolavori "mi dissi.  Passarono altri 18 anni. La mia vita era diventata simile a ciò che per Pirandello era stata la sua vita al tempo di"Nemo". Un'angoscia  che il  personaggio di Wardal possedeva, mi trascinava fuori, mostrandola a tutti con un sorriso cinico.  

Nell'aprile del 2017 ero all'istituto italiano di cultura di San Francisco e parlavo con il suo direttore Mr. Paolo Barlera di teatro. Fu in quella occasione che Barlera mi offri di fare un Pirandello.  Io, risposi  che avrei pensato su quale testo mettere in  scena ma non ne trovai nessuno di Pirandello che sentissi in quel momento.  Avevo totalmente dimenticato dell'esistenza di "Nemo", ma poi … "Nemo" riapparve. "Nemo" andò in scena, in prima mondiale, il 14 dicembre 2017 all'istituto italiano di San Francisco.  Fu uno standing ovation, un trionfo. Ma poi …. più nulla. "Nemo" rimase un episodio di una Indimenticabile serata, ma una sola. Proseguii il mio percorso artistico  immerso con le celebrazioni per Federico Fellini, mio mentor, su Pasolini ed il poeta Dario Bellezza, mio intimo amico e nuovo totale oblio per "Nemo".  Verso la fine del 2022 incontrai nuovamente a Roma, la mia fraterna amica grande e popolare attrice Caterina Costantini che aveva lavorato con Paola Borboni in drammi pirandelliani  e insieme si decise di rimettere in scena "Nemo" nel suo teatro Planet di Roma Il 26/27/28 maggio 2023. . Mentre iniziavo la mia immedesimazione nel difficilissimo e complesso personaggio di "Nemo “, continuavo ad ascoltare Milva, da poco  scomparsa, nelle sue canzoni di Franco Battiato. Milva mi era stata presentata dall'impresario teatrale Nuccio Messina e avevamo pensato di rappresentare un Pirandello - Battiato. L'idea mi affascinava !!!!Scavai infondo ai testi di Battiato e trovai una forte  similitudine con i temi pirandelliani. Singolare riferimento e degno di nota è quanto ha raccontato Wardal: ”Ho sentito lo spirito di Battiato su di me, mentre cercavo Battiato in internet.

Nella mia ricerca, mi sono accorto di alcuni segnali, anche su Baghdad e l'Iraq che mi appartiene, ma ho pensato che Baghdad fosse un titolo e cioè che Battiato non fosse mai andato a Baghdad e poi ho pensato che se anche Battiato avesse fatto un concerto in Baghdad, sicuro non avrebbe cantato in arabo, come io ho fatto in Baghdad!   Io, ovvio, cercavo qualcosa di più concreto che unisse Battiato a Pirandello ed al suo grande monologo "Nemo" e dopo alcuni minuti: "L'ombra della Luce" che è il finale di Nemo!!! E subito dopo Battiato che canta "L'ombra della luce" in arabo in Baghdad!!! - Dio! - ho esclamato! Battiato è qui! Collegato con me!"L'ombra della luce" è il finale di Nemo ed è il collegamento diretto con Pirandello, ma il fatto che Battiato abbia fatto in Baghdad un concerto in arabo, è stato il segnale del suo collegamento con me!!!

Poco dopo, incredibile come ciò che a volte appare come coincidenze  si trasforma In sincronicita' degli eventi, incontrando a Roma la mia grande amica da 40 anni sin dai tempi di quando era una funzionaria dell'allora Ministero dello Spettacolo Gabriella Lavorgna , attualmente presidente della Fondazione no profit Il Mandir per la Pace, che promuove iniziative socioculturali per lo sviluppo di una Cultura di Pace, mi parlò di un progetto "Battiato nascosto" che si stava realizzando  con l'artista flautista Andrea Ceccomori, presidente e direttore artistico dell'Assne Assisi Suono sacro, con l'ausilio   dello scrittore biografo di Battiato l'intellettuale esperto di Hemingway Guido Guerrera. L'intuizione di Gabriella di abbinare al Nemo Pirandelliano la simbiosi anemica col  grande Battiato si coniugo ‘ sincronicamente con quanto il mio subconscio aveva già recepito, traducendo in realtà la rappresentazione di Nemo che prese forma  relegato in una cornice di note e parole di Battiato e "Nemo", dalla sua assoluta solitudine ebbe per affinità elettiva un compagno. Franco Battiato.

NB: La locandina è stata realizzata è firmata dalla valente e artista di fama internazionale Patrizia Patti che dipinge gli Angeli e la luce.

Maria Gabriella Lavorgna Pres della Fondazione no profit Il Mandir della Pace che promuove iniziative socioculturali per lo sviluppo di una Cultura di Pace