A maggio, con le riaperture "concesse" da Governo, il dato congiunturale del fatturato dell'industria, al netto dei fattori stagionali, stimato dall'Istat è in aumento del 41,9% rispetto al mese precedente.
La dinamica congiunturale del fatturato riflette aumenti su entrambi i mercati: +45,7% il mercato interno e +35,2% quello estero.
Anche gli ordinativi destagionalizzati registrano a maggio un un +42,2%, che compensano il -31,6% rilevato ad aprile, con l'incremento congiunturale che risente di un maggiore incremento delle commesse provenienti dal mercato interno (+55,9%) rispetto a quelle provenienti dall'estero (+26,2%).
Meno entusiasmante, ovviamente, è il dato trimestrale, relativo al fatturato nel periodo marzo-maggio, con l'indice indicato in diminuzione del -33% rispetto alla media del trimestre precedente, mentre nello stesso periodo gli ordinativi sono in calo del -36,3%.
Per quanto riguarda il dato tendenziale, corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di maggio 2019), il fatturato dell'industria diminuisce del -25,9%, con il calo del -25,8% nel mercato interno e del -26,2% in quello estero.
Con riferimento al comparto manifatturiero, tutti i settori registrano variazioni negative. Le flessioni sono meno marcate per il settore farmaceutico (-5,1%) e per quello alimentare (-5,8%), molto più ampie nei rimanenti: dall'industria della gomma (-19,9%) fino ai risultati dell'industria dei mezzi di trasporto (-43,7%) e delle raffinerie di petrolio (-53,0%).
Sempre in termini tendenziali, l'indice grezzo degli ordinativi diminuisce del -34,7% (-34,4% quello interno e -35,2% quello estero, mostrando riduzioni in tutti i settori: i cali meno marcati si registrano nelle industrie farmaceutica (-10,8%) e del legno e della carta (-27,3%), mentre i peggiori risultati si rilevano nei settori tessile e dell'abbigliamento (-46,5%) e dei mezzi di trasporto (-48,3%).