Giovedì 1 Agosto, nella sede dell'Istituto a Roma, Svimez ha presentato alla stampa le anticipazioni del suo Rapporto 2019 - che uscirà in autunno - con i dati sul PIL 2018 ripartiti per Regioni, le previsioni per il biennio 2019 e 2020 e i principali andamenti dell'economia e della società italiana, disaggregati per il Mezzogiorno e il Centro-Nord.

Il titolo del comunicato che riporta i contenuti del rapporto descrive in poche parole la situazione del Paese, parlando di un doppio divario, con l'Italia che rallenta rispetto all'Ue, mentre il Sud cresce meno del Centro-nord. A questo si aggiunge il calo dei consumi ed il calo della spesa pubblica.

Il divario tra il Sud dell'Italia con il resto del Paese è rappresentato dal gap occupazionale che potrebbe essere colmato solo creando circa 3 milioni di posti di lavoro posti di lavoro.

Se il lavoro manca, la ricchezza non può nascere spontaneamente, quindi, se il Paese nel 2019 galleggia poco al di sopra della stagnazione, il Sud sarà quasi certamente in recessione, senza poi dimenticare la spada di Damocle rappresentata dalle clausole di salvaguardia per il 2020 che, secondo Svimez, finirebbero per pesare negativamente sul Pil meridionale, frenando la ripresa.

Ma la vera emergenza per il Sud sono i migranti. Non quelli provenienti dall'Africa o dall'Est, ma gli stessi italiani che, soprattutto, dal meridione vanno anche all'estero in cerca di una vita migliore da vivere.

"Le persone che sono emigrate dal Mezzogiorno sono state oltre 2 milioni nel periodo compreso tra il 2002 e il 2017, di cui 132.187 nel solo 2017.

Di queste ultime 66.557 sono giovani (50,4%, di cui il 33,0% laureati, pari a 21.970). Il saldo migratorio interno, al netto dei rientri, è negativo per 852 mila unità.

Nel solo 2017 sono andati via 132 mila meridionali, con un saldo negativo di circa 70 mila unità. La ripresa dei flussi migratori rappresenta la vera emergenza meridionale, che negli ultimi anni si è via via allargata anche al resto del Paese.

Sono più i meridionali che emigrano dal Sud per andare a lavorare o a studiare al Centro-Nord e all'estero che gli stranieri immigrati regolari che scelgono di vivere nelle regioni meridionali.

In base alle elaborazioni della Svimez, infatti, i cittadini stranieri iscritti nel Mezzogiorno provenienti dall'estero sono stati 64.952 nel 2015, 64.091 nel 2016 e 75.305 nel 2017. Invece i cittadini italiani cancellati dal Sud per il Centro-Nord e l'estero sono stati 124.254 nel 2015, 131.430 nel 2016, 132.187 nel 2017.

Questi numeri dimostrano che l'emergenza emigrazione del Sud determina una perdita di popolazione, soprattutto giovanile, e qualificata, solo parzialmente compensata da flussi di immigrati, modesti nel numero e caratterizzati da basse competenze.

Tale dinamica determina soprattutto per il Mezzogiorno una prospettiva demografica assai preoccupante di spopolamento, che riguarda in particolare i piccoli centri sotto i 5mila abitanti".

Per questo, Svimez conclude la nota di presentazione ricordando per l'Italia "l'urgenza di fronteggiare le emergenze occupazioni e sociali. La sfida è portare il Sud che (r)esiste a competere sulle catene globali del valore, sfruttando al meglio i suoi vantaggi competitivi, in una strategia nazionale ed europea".