Già sentiamo il Vesuvio che ricomincia ad eruttare a sorpresa. Parlare di Napoli? Impresa titanica. Ci proviamo ugualmente.  

La " Nea Polis" fu adagiata dagli dei in posizione di suprema bellezza, con la protezione e il rischio incombente del maestoso Vesuvio,  che causò i danni che sappiamo; ma molti secoli sono trascorsi  e ora il montarozzo sulfureo sembra chetato....sembra

La città, circondata com'era da terre opime, senza contare l'affaccio sul mare (e su isole che l'Ibiza di oggi  avrebbe fatto  loro una  pippa, ma tenute nell'olimpo del turismo d'élite), doveva essere destinata a un grande futuro. Purtroppo la caduta dell'impero romano  trascinò con sé i destini della "capitale morale" del sud, che non si è più ripresa. Masaniello fece ammuina e i Borboni , benemeriti per molti versi, la resero un sede monarchica di tipo africano: corte e notabili da una parte, popolino derelitto dall'altra. Una cartolina che si stenta ad archiviare.

Siamo pessimisti? Ma no! Forse era ottimista Ben Mussolini, quando si lasciò scappare l'intenzione di una "raddrizzata" che naturalmente fallì. La monarchia Savoia la tenne sempre in gran conto e lì nacquero anche dei principini.

Siamo solo realisti e, credeteci, bendisposti. Non dimentichiamo ciò che ci ha regalato ( mettendoci dentro tutti quei campani che ci tengono ad aggregarsi al marchio, non sempre graditi ai napoletani doc) .

 Per iniziare, la musica. Tra composizioni e interpreti, la maggior parte di ciò che all'estero si intende per "musica italiana" si sovrappone a quella classica partenopea. Dobbiamo ricordare "O' sole mio?". In epoche più recenti non sono mancati contributi elevatissimi, da parte del cantautorato (Pino Daniele, Edoardo Bennato) o della colta ricerca (Nuova Compagnia di Canto Popolare). Se i new romantic capeggiati da Gigi d'Alessio non  a tutti piacciono, va anche detto che lo stile è più o meno quello che imperversa nella penisola: amore, cuore, perché mi hai lasciato, torna da me e via così.

 La recitazione, ecco un'altra freccia all'arco. I nomi sono troppi; ci limitiamo a mettere a guardia dello sterminato parco di artisti Totò,  i De Filippo e Sofia.

 E la cucina, dove la mettiamo? Spaghetti e pizza, benché i secondi ora messi in discussione, hanno avviato il successo planetario partendo da qui, ma c'è di più; tutto lì è confezionato con uno stile di cui i cittadini vanno fieri, dall'antipasto al gelato. Certi metodi corrivi con cui si arrangia in altre zone della penisola, qui verrebbero considerati barbarie.

 Lo stile, ecco una risorsa innegabile. A parte il fatto che i napoletani in genere sono piuttosto belli, frutto di un mix ispano/greco/normanno alquanto fortunato, essi sanno certamente vestirsi e acconciarsi con  rara ricercatezza.

E l’umanità? Napoli è un posto dove il razzismo è praticamente sconosciuto.

 E l'intelligenza, forse manca? Tutt'altro. Cervelli fini si sono distinti nel tempo, con spiccata attitudine all'analisi filosofica.

 Purtroppo, questa terra e i suoi abitanti, in giro, a volte vengono canzonati ( ben ricambiati, va detto. Le critiche a loro rivolte riguardano attitudini alla furberia che si porterebbero dietro irrimediabilmente. Non entriamo in merito.

Ci pare di poter spezzare qualche lancia, in quanto il degrado di un' Italia mal cresciuta non poteva che avvilire quelle regioni, soprattutto meridionali, che molto si attendevano dall'Unità e alla fine non trovarono altra soluzione che l'emigrazione dei loro figli. Laddove il maggior pregio è la cura delle arti del vivere, nobile retaggio di grandi civiltà, cosa poteva accadere in era di industrializzazione e consumismo, di malversazione elevata a sistema? Ovviamente, lo strame totale del valore millenario, devastazione, perdita della memoria storica.

 E più grandi si è stati, più doloroso sarà cadere. Città contraddistinta da amministrazioni di sinistra da parecchi decenni, ma con diffuse simpatie di destra tra il popolo quando si va alle politiche, Napoli,  orfana di un Maradona più positivo di tanti falsi eroi che l'hanno depredata,  si ritrova oggi a cercare una rinascita con il fascinoso sindaco De Magistris.

L'obiettivo è da far tremare i polsi, scansando pattume deriso perfino nel quarto mondo e lottando con  malavite che un figlio di Napoli come Saviano ha descritto così bene, da aver incollato un'altra etichetta negativa  difficile da staccare.

 Una promessa in parte mancata, ecco cos'è Napoli. Ma che emozioni ci ha donato.