Dato e non concesso che Donald Trump abbia una qualche abilità, probabilmente bisogna riconoscergli quella di essere un comunicatore teatrante, che con un eloquio aggressivo ed un linguaggio grezzo affronta ogni tema come se fosse sempre uno scontro da vincere.
In queste ore, ad esempio, hanno provocato un bailamme le parole che il neo presidente USA ha proferite a proposito del futuro di Gaza e dei palestinesi.
Eppure il tema non è di certo originale, e vedremo perché, ma il suo approccio sconsiderato e rozzo ha originate inevitabili reazioni di segno opposto.
Donald Trump ha detto ai giornalisti che lo intervistavano: “Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto" aggiungendo: “perché Gaza è un cantiere di demolizione" e precisando che “potrebbe essere una scelta temporanea od anche a lungo termine”.
Ha concluso invitando Egitto e Giordania ad accogliere nei loro territori i palestinesi che oggi vivono a Gaza.
Eviterò di soffermarmi sulla scelta del termine “ripuliremo”, rivelatore di una natura volgare ed insolente, visto che si riferiva a quel milione e mezzo di esseri umani!
Com’era prevedibile le parole di Trump sono state accolte con soddisfazione da Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze e leader della estrema destra israeliana, che ha giudicata “eccellente l’idea di trovare altri posti dove i palestinesi possano iniziare una vita nuova e migliore”.
Per contro Lega Araba, Egitto e Giordania hanno respinta la richiesta di Trump confermando di non essere disponibili ad accogliere i palestinesi sui loro territori.
La Jihad Islamica palestinese, invece, dopo aver definita “deplorevole” l’idea di Trump ha affermato: “Come è già stato sventato nel corso dei decenni ogni tentativo di spostamenti e di patrie alternative anche questa volta il popolo palestinese sventerà nuovi tentativi”.
Ha sorpreso assistere a questo bailamme di dichiarazioni e controdichiarazioni quando è già chiaro, fin dal 7 ottobre 2023, quale sia il criminale progetto elaborato dalla mente malefica di Benjamin Netanyahu.
Servirsi dell’avventato passo falso fatto da Hamas il 7 ottobre, per dar vita ad una operazione militare che potrà ritenersi conclusa solo con l’annessione ad Israele della striscia di Gaza e dei territori della Cisgiordania.
La realtà. che è sotto gli occhi di tutti, ci racconta infatti che contando sulla tacita connivenza di Washington e dei Paesi della UE Netanyahu ha già attuata di fatto la sua operazione militare perseguendo gli obiettivi di:
1. radere al suolo la striscia di Gaza per renderla inabitabile in futuro alla popolazione civile palestinese;
2. distruggere e rendere inefficaci tutte le infrastrutture dei servizi;
3. infierire su ospedali e scuole, per comprometterne idoneità ed assistenza alla popolazione;
4. intimorire i palestinesi con bombardamenti ed attacchi devastanti e continui che hanno resa insicura ed incerta la sopravvivenza alla popolazione civile;
5. bloccare la disponibilità di viveri, acqua, medicinali per rendere insopportabili ed inaccettabili le condizioni di vita;
6. costringere la popolazione a continui spostamenti per accrescerne insicurezze e disagi;
7. ostacolare l’attività delle organizzazioni umanitarie.
Anche se questi obiettivi sono stati di fatto già conseguiti, Netanyahu ha più volte ricordato, prima a Joe Biden ed oggi a Donald Trump, che per lui l’operazione militare non è da considerarsi ancora conclusa per cui, anche dopo la tregua in corso, intenderà proseguirla fino alla completa realizzazione del suo programma.
Probabilmente Netanyahu si riferisce alla definitiva annessione dei territori di Gaza e Cisgiordania ed all’esodo forzato del popolo palestinese.
In questi mesi, però, il premier israeliano si deve essere reso conto che, nonostante sofferenze, perdite, privazioni e miserie subite in questi lunghi mesi di guerra, la popolazione palestinese non ha alcuna intenzione di lasciare la striscia di Gaza pur con la consapevolezza della prospettiva di un futuro difficile e del tutto incerto.
Anche per questo Netanyahu sarà a Washington nei prossimi giorni confidando che Trump sappia sbrogliare gli ultimi nodi del conflitto.