Da qualche giorno in tv viene trasmessa la campagna istituzionale "Dimissioni telematiche: rapide, semplici, sicure", promossa dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali il cui scopo è quello di "fornire ai cittadini ogni informazione utile in relazione alla nuova procedura telematica delle dimissioni volontarie e risoluzione consensuale del rapporto di lavoro".

In base a quanto comunica il Governo, "il Decreto Legislativo n.151/2015 ha introdotto una nuova procedura semplice e tracciabile nei casi di recesso del lavoratore dal rapporto di lavoro (dimissioni e risoluzioni consensuali) con l'obiettivo di contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco, che penalizza in particolare alcune categorie di lavoratrici e lavoratori".
Il testo sopra riportato tra virgolette è quello pubblicato sul sito del Governo nella pagina di descrizione di questa campagna istituzionale.

Adesso, invece, di seguito è riportata, quasi per intero, la trascrizione del messaggio dello spot mandato in onda in televisione: "Stop alle dimissioni in bianco. Dal 12  marzo è in vigore la norma del Jobs Act che rende più semplici le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. La nuova procedura telematica, facile e veloce, garantisce maggiori tutele per i lavoratori. Basta munirsi del pin Inps e compilare il modulo on line su lavoro.gov.it [...] Dimissioni telematiche: rapide, semplici, sicure".

Vedendo questo spot ed ascoltandone il messaggio senza conoscerne le motivazioni all'origine, si ha la sensazione che questo provvedimento del Governo serva solo a migliorare una procedura burocratica che prima non era prevista e che poteva generare delle difficoltà ad un lavoratore che voleva presentare le dimissioni!

In realtà lo scopo di quella lettera era di tutelare l'azienda  nel caso in cui il lavoratore, per qualunque motivo, non avesse potuto fornire le sue prestazioni normalmente e continuativamente.

Quindi, sarebbe stato più semplice e chiaro se lo spot del Governo avesse annunciato che le aziende non avranno più la possibilità di far firmare lettere di dimissioni in bianco.

Ma allora perché tanta ambiguità e così poca chiarezza? La risposta logica è una soltanto. Il Governo non voleva fare cattiva pubblicità alle aziende rendendo nota una pratica non certo lodevole e ricevere reprimende da Confindustria ed altre associazioni dello stesso tipo. Inoltre, siamo un grande paese dove ci sono tante eccellenze e dove le aziende sono tutte buone, belle e brave e messaggi dove il motore del paese viene descritto per quello che è in realtà non agevolerebbe la propaganda di Renzi.

Adesso, come conseguenza di questa piccola vicenda, viene da chiedersi un'ultima cosa: ma siamo sicuri che l'Italia sia ancora un paese democratico?