Cronaca

La scuola dell’accoglienza. Due bambine ucraine accolte al San Giovanni Bosco di Campobello di Licata

Una scuola in fermento pronta ad abbracciare le due piccole alunne travolte da una guerra disumanizzante.

Sembra impossibile e fuori da ogni pensiero. Una guerra nella nostra Europa nel 2022. Questo secolo ci ha già elargito due momenti al di sopra di ogni immaginazione: il covid e la guerra. Pensavamo di avere cancellato anche l’odore della guerra nella nostra Europa e relegarla nei giochi da tavolo e in quelli virtuali. Bombe, battaglie a armate di plastica, suoni e “fantaidentità” virtuali. Invece no. L’uomo si risveglia ancora una volta feroce e Caino viene fuori come nulla fosse a seminare odio e peste. La ferocia della guerra non conosce colore, nazione e coscienza. L’umanità viene calpestata soprattutto se “ricamata” negli innocenti. Anziani, bambini e mamme che portano dentro di se il seme puro e candido dell’amore incondizionato vengono ad essere umiliati e offesi nella propria dignità di esseri umani. I bambini cercano un quotidiano a loro violentemente strappato. Non ci sono le case, le famiglie, le scuole. Ecco allora che viene fuori la magia della solidarietà. A Campobello di Licata come in tante altre scuole d’Italia la scuola primaria si prepara ad accogliere due bambine S. D. ed S. Z. che vengono dalla martoriata Ucraina. Vengono da Zaporozhye, una grande città operosa, polo industriale nella zona sud – orientale dell’Ucraina. Le due bambine si portano dietro l’orrore della guerra che ha investito l’unità stessa delle rispettive famiglie.

“Domani faremo in modo che siano accolte nel migliore dei modi –ci dice la Preside prof. Alessia Guccione- è importante che trovino un ambiente amorevole e familiare che le faccia sentire da subito parte della nostra scuola”.  Poi aggiunge con una certa emozione “le insegnanti hanno subito risposto in maniera davvero commovente mettendosi a disposizione. Noi cercheremo di attivare percorsi diversi sia per l’aspetto linguistico che per quello psicologico. La nostra aula appena finita, destinata all’accoglienza e all’integrazione, sembra proprio un segno del destino”.

L’Istituto, infatti, si è appena dotato di due ampie aule molto colorate e dotate di erba sintetica e arredi che creano un ambiente rasserenante e positivo. “Siamo abituati da sempre all’accoglienza ma queta situazione ci coinvolge in maniera particolare perché frutto di una situazione impensabile” rimarca la vicepreside e responsabile della scuola Primaria, ins. Enza Lombardo.

Domani è un altro giorno. E speriamo che sia un giorno di pace. Ma viviamo con la responsabilità dell’oggi. E con tale responsabilità scriviamo una piccola ma importante pagina della vita di questi bambini.

Autore Associazione Culturale Meta
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