Francia, presidenziali 2022: Emmanuel Macron rischia realmente di essere battuto da Marine Le Pen?
Il voto del 10 aprile per le presidenziali in Francia pone alcuni interrogativi. Il primo riguarda i media, almeno quelli italiani, che, in alcuni casi, danno addirittura come possibile la vittoria della candidata di estrema destra, Marine Le Pen. Le presidenziali francesi sono elezioni a doppio turno. Solo nel caso in cui un candidato ottenga il 50% più uno dei voti espressi non si andrà al ballottaggio. Pertanto, domenica, nel caso in cui la Le Pen dovesse vincere, sarebbe solo una dei due candidati al ballottaggio.
Ma domenica, realmente, la Le Pen potrebbe ottenere più voti di tutti gli altri candidati? Secondo l'ultimo sondaggio di venerdì commissionato da Le Monde, Emmanuel Macron sarebbe il candidato ancora in testa alle intenzioni di voto con il 26,5% delle preferenze, mentre la candidata sovranista sponsorizzata in Italia da Matteo Salvini si attesterebbe al 22,5% con il candidato di sinistra Jean-Luc Mélenchon, anch'egli in rimonta, dato al 17,5%.
Va anche aggiunto che i dati del sondaggio sopra riportati, essendo basati su un campione di oltre 10mila persone, hanno pertanto un margine di errore molto basso, tra lo 0,2% e l'1%.
Ma perché la Le Pen che fino all'inizio di marzo si attestava tra il 16% e il 17% è stata in grado di effettuare una tale rimonta in così breve tempo? Quasi certamente per la guerra in Ucraina, o meglio per le conseguenze economiche della guerra in Ucraina.
L'iperliberista Emmanuel Macron può essere descritto come il Blair di Francia, ed è per questo che è diventato l'eroe anche di quel senatore semplice italiano, originario di Rignano sull'Arno, che si spaccia come il Pippo Baudo della politica, definendosi burattinaio del successo di questa o quella iniziativa o di questo o quel politico. E come Blair, anche Macron, a seconda dei casi, pretende pure di definirsi socialista.
Purtroppo per lui, le decisioni che ha preso nella scorsa legislatura non erano quelle che in molti si sarebbero attesi, soprattutto a sinistra. Così, vedendo i primissimi costi causati dalla guerra che si sarebbero sommati ad alcune nuove misure di rigore come l'innalzamento dell'età pensionabile a 65 anni e la subordinazione di alcune prestazioni assistenziali alla formazione, i francesi adesso sembrano voler premiare la Le Pen che, gioco forza, ha iniziato a promettere tutto a tutti per quanto riguarda la spesa sociale in modo da catturare voti anche a sinistra (ridurre l'IVA sulla benzina al 5,5% dal 20% e di consentire alle persone di andare in pensione due anni prima dell'attuale età minima di 62 anni se abbiano iniziato a lavorare prima dei 20), senza però dimenticare le origini fasciste con il divieto, per legge, di far indossare il velo alle donne islamiche!
Secondo l'ultimo sondaggio Ifop, nel caso di ballottaggio tra i due, la corsa sarebbe serrata, con Macron al 52% e la Le Pen al 48%.
Sempre gli addetti ai lavori affermano anche che Macron deve sperare che la sinistra rinunci all'astensionismo, come invece i sondaggi attuali farebbero intendere, perché arrivare secondo dietro alla Le Pen al primo turno darebbe alla sua rivale un forte slancio in vista del ballottaggio. Macron è sceso dal 31,5% di inizio marzo al 26,5% attuale.
In molti, però, dimenticano di ricordare che anche alle elezioni presidenziali del 2002 un Le Pen andò al ballottaggio con il 16,86% dei voti ottenuti al primo turno. Era Jean-Marie, il padre di Marine. Ma la possibilità che un fascista (o quasi) divenisse presidente causò un così grande movimento nell'opinione pubblica nazionale che Chirac vinse al secondo turno senza tanti problemi. Difficile credere che non accada di nuovo, anche perché stavolta, oltre alla faccenda dell'estremismo di destra, si aggiungerebbe quella della cooperazione tra Rassemblement National, il partito della Le Pen, con il partito Russia Unita del presidente Vladimir Putin.
Una cooperazione su cui il Parlamento europeo ha puntato il dito nei giorni scorsi invitando la Commissione europea a prendere in carico il problema e, almeno per il futuro, a porvi rimedio per evitare che Putin, o altri come lui, continuino ad inquinare la vita democratica dell'Unione utilizzando partiti ed elettori inconsapevoli come cavalli di Troia per promuovere svolte autoritarie e antidemocratiche.
Quasi impossibile ritenere che tutto questo non possa poi avere un peso al ballottaggio.