Anche in questo avvio di settimana la marcia del petrolio ha continuato ad essere forte. L'oro nero ha raggiunto i massimi degli ultimi 6 mesi, e il sentiment del mercato continua ad essere tutto dalla parte del "toro".

Tutto nasce dalla decisione comunicata lo scorso fine settimana da Donald Trump di sospendere, a partire da maggio, le esenzioni per l'acquisto di greggio iraniano che avevano escluso otto nazioni dal rispetto delle sanzioni che gli Usa aveva imposto autonomamente e Teheran per il suo programma nucleare, disconoscendo l'accordo firmato in precedenza da Obama.

Tra i Paesi che adesso, teoricamente, non dovrebbero più acquistare greggio dall'Iran vi è anche la Cina, il cui fabbisogno di petrolio viene in gran parte soddisfatto proprio da Teheran.

Al di là che i cinesi rispettino il diktat di Trump, cosa che appare poco probabile, i mercati puntano al rialzo, sia per le sanzioni imposte sempre dagli Stati Uniti sul greggio venezuelano, sia per i continui tagli effettuati dall'OPEC.

Con l'impennata odierna il Brent è volato a 74,5 dollari al barile, mentre lo statunitense WTI ha superato i 66 dollari al barile.