Continua al teatro Sistina il successo del musical tradotto da Massimo Romeo Piparo. Già in occasione della Prima romana, “Billy Elliot il Musical”, ha registrato un sold-out che toglie ai più scettici qualsiasi ombra di dubbio.

Perché c’è un Billy Elliot per ciascuno, ovvero per quel singolo spettatore che, ignaro, fin dalle prime note suonate dall’Orchestra dal vivo, si ritrova verosimilmente catapultato in una storia ambientata nella Gran Bretagna mineraria. Lo scenario è quello dello sciopero dei minatori inglesi del 1984 organizzato a causa della chiusura delle miniere. A perseguirla il primo ministro Margaret Thatcher con una serie di duri provvedimenti.

Definito come il migliore spettacolo Inglese di tutti i tempi “Billy Elliot il Musical” grazie a Massimo Romeo Piparo è diventato il musical amatissimo anche dagli italiani. Piparo non solo lo ha diretto ma anche adattato traducendo canzoni e testi.
Già rappresentato al Sistina due stagioni fa il musical è tornato, oggi, con un cast completamente rinnovato regalando emozioni nuove al pubblico. A vestire i panni del giovane e grintoso ballerino capace di realizzare il suo sogno di danzare sono tre giovanissimi allievi dell’Accademia il Sistina, Tancredi Di Marco, Davide Fabbri e Matteo Valentini.

Ma insieme a Billy, al suo amico Michael e al piccolo Kevin il cast registra anche la presenza di Eleonora Facchini, Sabrina Marciano, Elisabetta Tulli prese in prestito dal musical “MAMMA MIA“, anch’esso trionfatore al Sistina nella stagione 2017/2018.

Massimo Romeo Piparo con la PeepArrow Ent., in associazione con Il Sistina, ha completato una trilogia di cui ha parlato tutta la stampa europea, iniziata con “The Full Monty” e proseguita con “Jesus Christ Superstar”.
Accompagnato dalle splendide musiche di Elton John, il giovane Billy rivela il suo amore per la danza in una Inghilterra bigotta targata Thatcher, l’Inghilterra delle miniere che chiudono, dei lavoratori in rivolta che deve tristemente fare i conti con un padre e un fratello che vorrebbero vedere Billy diventare un pugile. L’amore, la passione, la voglia di farcela trionfano, così come l’amicizia tra adolescenti riesce a far superare ogni discriminazione di orientamento sessuale.

Perchè Billy Elliot è un potpourri di storie nella storia che affronta, con intelligenza, il tema della diversità e del rispetto quando si tinge di rivincita. Anche quando ogni speranza sembra persa.

Dicevamo, c’è un Billy Elliot per ciascuno perché c’è un Billy per chi ha perso le speranze, per chi ha bisogno di manifestare il proprio bisogno di rivincita, per chi ha perso la propria madre come l’ha persa Billy, per chi si sente diverso solo perché sa di essere unico. C’è poi un Billy per chi sa che ogni nota non è messa là per caso ma a sottolineare la convinzione che avere una passione sia tutto nella vita.
Per rendersi conto di ciò basta ad un certo punto guardarsi intorno, frenando il pathos che riesce a scatenarti caledoscoipe emozioni, per avere il tempo di ammirare i volti “provati” di chi osserva, applaude, si immedesima durante tutto il tempo dello spettacolo, lungo, ma che si vive in un solo respiro, tant’è che al termine si vorrebbe continuare a stare là seduti per continuare a cantare assieme, dentro.
Rinnovato successo dunque per Massimo Romeo Piparo che proprio con “Billy Elliot il Musical” ha festeggiato cinque anni di record: 1000 alzate di sipario, 125 titoli in cartellone, con 32 milioni di fatturato e oltre 1 milione di spettatori.