Da alcune ore mi chiedo: il Capo dello Stato sarebbe disposto a ricevere me, cittadino comune, per un colloquio privato a due?

Purtroppo la risposta è una ed una sola: figurati se con tutti i gravosi impegni che ha, soprattutto in questi giorni di crisi di governo e di serrate consultazioni,  il presidente Mattarella possa perdere tempo con te per un colloquio privato.

Risposta ineccepibile e così logica da non fare una grinza.

Poiché, però, sono cocciuto come un mulo e siccome lunedì mattina il presidente Mattarella ha concessa udienza privata ad un altro cittadino comune, vorrei capire se anch’io ho le stesse sue credenziali per essere ricevuto al Quirinale.

Così mi interrogo:

1.  Dispongo di auto blu con autista e corteo di scorta per salire al Quirinale? No!

2.  Sono un pregiudicato con condanna definitiva della Cassazione per frode fiscale? No !

3.  Sono ineleggibile ed interdetto? No!

4.  Ho amici attraverso i quali per anni ho mantenute relazioni con boss mafiosi? No!

5.  Qualche tribunale ha dimostrato e messo nero su bianco di miei reiterati rapporti con organizzazioni mafiose? No!

6.  Ho negli anni foraggiata la criminalità organizzata con donazioni milionarie? No!

7.  Ho ospitato in casa mia e dato lavoro ad un giardiniere mafioso e condannato per assassinio? No!

Perdindirindina, ho risposto solo con dei no!

Quindi, accidentaccio, non posso vantare nemmeno una delle credenziali dell’altro cittadino comune.

Non mi resta che mettere il cuore in pace e rinunciare ad un incontro privato con il Capo dello Stato.

Perché tutta questa manfrina come premessa?

Semplicemente perché lunedì mattina, dopo l’incontro di consultazione con il centrodestra, mentre la folta delegazione usciva dallo studio del presidente, Berlusconi, che aveva indugiato per poter essere ultimo della fila, si è rivolto al presidente Mattarella per chiedergli di parlare da solo con lui.

Ricevuto il consenso la porta si è richiusa alle loro spalle e Berlusconi è rimasto solo con il Capo dello Stato.

Gli altri sei membri della delegazione insieme a Salvini e Meloni sono stati fatti accomodare per l’attesa in una sala attigua.

Facile immaginare quali occhiatacce di sorpresa e di inquietudine abbiano lampeggiato negli sguardi  di Salvini e Meloni.

Di fronte a questo episodio, pur conscio di essere impertinente nei riguardi del Capo dello Stato, non posso trattenermi da un paio di considerazioni.

Fin dal primo giro di consultazioni, per esempio, ero rimasto sorpreso dal fatto che, ricevendo la delegazione del centrodestra, il presidente Mattarella avesse ammessa la presenza nel suo studio, insieme a Salvini e Meloni, anche del pregiudicato Silvio Berlusconi che, oltre a non essere uno stinco di santo per la giustizia, non è né un parlamentare eletto, né membro di una qualche istituzione.

Ho pensato, allora, che il presidente Mattarella avesse voluto in quel modo dimostrare la sua nobiltà d'animo con un gesto personale di indulgenza.

OK, nulla da eccepire se si fosse trattato di un gesto una tantum e non ripetuto!

Comunque è probabile che alcuni milioni di italiani, come me, potrebbero non aver né compreso né condiviso quel gesto.

Lunedì mattina, però, accordando un colloquio personale a Berlusconi il Capo dello Stato ha compiuto un nuovo gesto di indulgenza che credo abbia lasciato perplesso non solo me.

Innanzitutto per la circostanza particolare in cui la benevolenza è stata concessa, cioè al termine di un atto di grande rilevanza istituzionale come è la consultazione per la formazione del governo.

Poi perché era prevedibile che avrebbe potuto generare perplessità ed inquietudine in Salvini e Meloni.

Non solo ma probabilmente oltre a Salvini e Meloni anche altri esponenti politici e delle istituzioni si saranno interrogati sul perché il Capo dello Stato abbia consentito il colloquio a due, in quei minuti istituzionalmente significativi, ed anche su cosa avesse di così riservato Berlusconi da dire a quattrocchi.

Nelle ore successive le cronache giornalistiche hanno riferito che il privato cittadino Berlusconi, perché tale è, ha voluto aggiornare il Capo dello Stato sulle condizioni di salute di un altro pregiudicato suo amico fraterno, Marcello Dell’Utri, rinchiuso dal 2016 nelle patrie galere dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.

Boh ! Solo ? Sarà, ma anche se a pensar male si fa peccato, a volte però…..