Si sono riuniti come sempre intorno ad un tavolo, i rappresentanti delle grandi potenze. Stavolta in Cina, per affrontare - come periodicamente fanno - l'andamento globale dell'economia.

I dati sono sconfortanti per tutti, non c'è che dire. Ma - ovviamente - il linguaggio politico percorre strade diverse, alla ricerca di nuovo ottimismo.

Così, i 20 tutti, emanano il documento programmatico, come suole definirsi, in cui affermano di avere preso tutti concordemente l'impegno per "sostenere la crescita e l'occupazione attraverso commercio e investimenti e a identificare modi e mezzi per promuovere una crescita inclusiva, robusta, sostenibile su commercio e investimenti."

"In un contesto di crescita fiacca di commercio e investimenti", i leader del G20 riconoscono "il bisogno di comprendere e spiegare meglio come commercio e investimenti possano contribuire a stimolare di più una crescita inclusiva e l'occupazione, e i legami tra misure strutturali, commercio, investimenti e prodotto interno lordo".

Ora, tutti si aspetterebbero di poter leggere quali azioni potrebbero essere intraprese per questo benedetto rilancio economico, o a sostegno della crescita inclusiva (che forse dovrebbero spiegarci meglio), robusta e sostenibile.

E invece, i grandi non trovano soluzioni, neppure idee, e chiedono alle organizzazioni internazionali di "identificare modi e mezzi  per promuovere la crescita".

Chiedono sempre alle organizzazioni di segnalare le difficoltà riscontrate, soprattutto sulla libera circolazione delle merci: ovvero, si rendono perfettamente conto delle disparità che ogni stato adotta quando si parla di import export, ma per uscirne con la reputazione intonsa chiedono ad altri di segnalare i Paesi che presentano maggiori restrizioni e di fatto rendono un calvario sia importare che esportare, gravando le merci di tanti dazi e balzelli, e di passaggi a volte inutili ed assai onerosi.

 Secondo il premier italiano Matteo Renzi, "una stabilità finanziaria priva dell'inclusione dei cittadini, che non plachi le loro paure, va bene solo per i convegni". "Si è parlato di crescita ed inclusione, crescita ed equità e giustizia sociale" - ha continuato Renzi - "La lotta al populismo passa attraverso la capacità di sconfiggere le paure del nostre tempo, e per farlo è necessario mettere l'accendo su tutto ciò che serve per riforme strutturali, ma va messa in luce anche la necessità di strategie inclusive e di equità". 

Il termine quest'anno di moda, per questa edizione del G20, e quindi INCLUSIVO.

Ora, staremo a vedere cosa realmente significa.